Il ritorno di Springsteen e il pronostico su Usa 2020: «Trump perderà, l’incubo finirà e l’America tornerà unita»
Prima della E-Street Band, c’erano i Castiles. Prima del Madison square garden, c’erano i locali di Asbury Park e della costa del Jersey. È da lì che è partito Bruce Springsteen per dare vita al suo ultimo album, Letter to You, in uscita il 23 novembre. Due anni fa la morte di George Theiss, ex leader dei Castiles, pochi giorni dopo la visita del Boss. «Questo mi ha reso l’ultimo membro in vita della mia prima band – racconta Springsteen alla stampa – ho iniziato a scrivere con quel background, la prima canzone è stata proprio Last Man Standing, l’ultimo rimasto». L’uscita del suo ultimo lavoro – che vede il ritorno della E-Street Band – arriva a poche settimane dalle elezioni americane. «Il Paese come luce brillante della democrazia – dice Springsteen – è stato devastato da questa amministrazione. Abbiamo abbandonato gli amici, fatto amicizia con i dittatori e negato la scienza climatica».
La voce del New Jersey si riferisce in particolare al brano Rainmaker: «Credo di averlo scritto quando Bush era presidente. Ho cominciato a scriverla in quel periodo, ma si adatta molto meglio a Trump. Credo che lo sia perché parla di un demagogo, è una canzone in cui cerco di capire che cosa sta succedendo, qual è la connessione tra il demagogo e i suoi seguaci, qual è la dinamica del potere tra loro». Quattro anni fa, nella sfida di Trump contro Clinton, il Boss sbagliò il pronostico, ma sembra ugualmente intenzionato a riprovarci: «Prima di tutto Donald Trump perderà, l’avete sentito per primi qui. Joe Biden vincerà e il lungo incubo nazionale sarà… non so se sarà davvero finito, ma lui sarà andato».
In quarant’anni di carriera Springsteen ha sempre raccontato l’America raccontandosi. A giugno il Boss aveva dedicato la sua American Skin a George Floyd: «Questa canzone dura quasi otto minuti – aveva detto – tanto quanto il tempo durante il quale George Floyd è riuscito a resistere prima di morire per colpa del ginocchio di un poliziotto di Minneapolis piantato nel collo». Ma dopo le proteste e gli scontri che hanno infiammato il Paese Springsteen ci crede ancora: «Gli Stati Uniti saranno davvero insieme come una nazione unita, senza badare alle tensioni e alle divergenze che ci sono in una parte della sua popolazione oggi».
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