Coronavirus, i numeri in chiaro. Sebastiani: «Il dato sui decessi non è indicativo (per ora). Giusto adottare una condotta “a fisarmonica”»
È ancora record per i nuovi casi di positività al Coronavirus in Italia. Il dato registrato ieri, di 7.332 positivi, è stato superato dagli 8.804 di oggi, come riportato nel consueto bollettino della Protezione civile. Nelle ultime 24 ore sono state conteggiate anche 83 vittime (ieri erano state 43, il giorno prima 39). Sono poi 586 – ieri erano 539 – le persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva: +47 in 24 ore, ieri l’incremento era di +25; sono 9.288 persone in isolamento domiciliare e 5.796 ricoverate con sintomi. Come spiega il matematico Giovanni Sebastiani, «la prossima partita la giocheremo tra un paio di settimane, quando vedremo gli effetti delle nuove misure imposte dal Dpcm».
Professore, i dati di oggi sono sconfortanti.
«Quello che sta accadendo era assolutamente prevedibile dalla diffusione esponenziale del virus dalla fine di settembre. Nell’ultima settimana, infatti, si nota una deviazione nell’aumento sia dei ricoverati che delle terapie intensive. Da un andamento lineare si è passati a una curva che continua a salire in modo esponenziale».
C’è stato addirittura un raddoppio nel il numero di vittime…
«Il dato di oggi – +83 – rimane un po’ da vedere perché si tratta di un dato singolo. Per me che sono un matematico, a livello di stime e statistiche, per adesso conta zero».
Crede sia un caso isolato?
«Ufficialmente hanno detto di no, ma è molto plausibile che quel numero lì si riferisca a decessi pregressi, quindi non avvenuti nelle ultime 24 ore, e registrati solo oggi. Farei attenzione a prenderlo come punto di partenza per un trend in massiccio aumento».
Possiamo essere speranzosi che quel dato cali?
«La velocità con cui salgono i decessi è progressivamente aumentata. Un’inversione drastica di tendenza nel breve-medio periodo la vedo difficile. Siamo in una sorta di loop, adesso».
È critico sulle misure imposte dal governo?
«Nient’affatto, il governo non poteva fare altro. Per limitare una crescita epidemica esponenziale bisogna agire su piu’ fronti e soprattutto prima possibile e non aspettare come hanno fatto ad esempio Francia e Spagna. Pagare 10 oggi per non pagare 100 tra due settimane. Anche perché gli effetti si potranno vedere già a distanza di due settimane, quindi non è detto che, come dice Crisanti, la cosa da fare sia un coprifuoco a Natale. Penso piuttosto ci si debba abituare ad un tipo di comportamento “a fisarmonica”. Col virus dovremo conviverci ancora per un bel po’ di tempo. Una buona strategia è ciclicamente stringere le maglie per un lasso di tempo non troppo lungo e poi allentarle, perché tutto questo è sufficiente – se affrontato con coscienza individuale – per vedere effetti positivi. Un articolo sulla rivista “Science” dimostra l’efficacia di questa strategia per il contenimento degli effetti di questa pandemia nell’attesa di attuare una campagna di vaccinazione di massa» .
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