Vaccini antinfluenzali, la situazione da Nord a Sud: dalle 30 dosi offerte ai medici di Milano al virtuosismo della Puglia
«Il 19 ottobre ci arriveranno 30 dosi a medico. Sono pochissime, consideri che io ne ho 388 potenzialmente da vaccinare, cosa me ne faccio di 30?». A parlare a Open è il presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi. Nella regione, focolaio della pandemia del Coronavirus, ancora le vaccinazioni non sono cominciate. Si parte il 19 ottobre: «Così rischiamo di aprire contenziosi tra pazienti. Chi va vaccinato prima? L’invito è quello di accelerare le procedure e di avere più dosi almeno per le categorie fragili come anziani e pazienti con patologie. Tra l’altro non c’è nulla nemmeno in farmacia, nemmeno a volerlo pagare».
Lombardia
A rispondere al presidente dell’ordine dei medici di Milano è una fonte dell’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia che, contattata da Open, parla di polemiche «strumentali» visto che «sono state acquistate dalla Regione quasi 2,9 milioni di vaccini (nello specifico 2.884.000), ovvero il 130% in più rispetto allo scorso anno quando erano 1,3 milioni. Ne abbiamo altri 100mila che, però, prima vanno autorizzati dall’Aifa. Precisiamo: in questo caso noi non li abbiamo ancora pagati. Solo se avremo l’ok dell’agenzia italiana del farmaco, procederemo all’acquisto. Nessuno sperpero di denaro pubblico». Dopo aver coperto gli anziani e tutte le categorie fragili, toccherà «agli operatori sanitari, a seguire ai bambini 2–6 anni e alla popolazione 60–64». A ottobre verranno consegnate, in tutto, 792mila dosi di vaccini (per soggetti fragili, ospiti di Rsa e over 65), 2 milioni e 92mila a novembre.
Puglia
Ha giocato d’anticipo, invece, la regione Puglia che ha iniziato la “caccia” al vaccino già a marzo, nel pieno della pandemia, come ci conferma Pier Luigi Lopalco, membro della task force anti-Covid della regione e assessore designato alla Sanità. «Li abbiamo richiesti in anticipo perché sapevamo che ci sarebbe stata la crisi dei vaccini antinfluenzali. Io stesso ho chiamato la centrale unica d’acquisto dicendo “sbrigatevi”». Comprati, in questo caso, 2 milioni e 100 mila vaccini. L’obiettivo, adesso, è quello di «coprire il 50% della popolazione dando priorità alla parte più a rischio e sperando di raggiungere il 75% di copertura. L’1 ottobre abbiamo cominciato con la vaccinazione agli operatori sanitari. 150 mila, invece, sono le dosi distribuite nelle farmacie».
Calabria, Veneto e Lazio
Qualche difficoltà si registra, invece, in Calabria come ci conferma il dottore di medicina generale e vicesegretario della Federazione italiana medici di famiglia, Domenico Crisarà, parlando di «problemi nella distribuzione delle dosi soprattutto nei piccoli paesi sulle montagne». «Per fortuna ci aspettiamo un’influenza meno diffusa degli scorsi anni grazie alle mascherine e al distanziamento» ha aggiunto. In Veneto, invece, sempre secondo Crisarà, la situazione sarebbe «più tranquilla»: «Ne sono stati acquistati 1 milione e 320 mila (lo scorso anno erano mezzo milione in meno, ndr) che serviranno a coprire tutta la popolazione».
Infine dal Lazio ci fanno sapere che sono state effettuate finora oltre 116 mila vaccinazioni: «Da oggi sono in distribuzione le prime 20 mila dosi di vaccino a settimana alle farmacie. Ai medici abbiamo distribuito circa 700 mila dosi in tutte le Asl». Per chi ha tra i 18 e i 59 anni, quindi per chi non rientra nella campagna vaccinale gratuita, la Regione Lazio, con ordinanza del 2 ottobre, ha disposto le dosi di vaccino antinfluenzale presso le farmacie, a spese del cittadino. In questo caso sarà necessaria la ricetta rossa emessa dal medico di famiglia.
Foto in copertina di repertorio: EPA
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