L’allarme dell’Ats di Milano: «Non riusciamo più a tracciare i contagi». Stretta del governo su Immuni
«Non riusciamo a tracciare tutti i contagi, a mettere noi attivamente in isolamento le persone. Chi sospetta di aver avuto un contatto a rischio o sintomi stia a casa». Il direttore sanitario dell’Ats Milano, Vittorio Demicheli, lancia un appello ai cittadini dopo che la provincia lombarda ha registrato anche nella giornata di domenica quasi 1.500 nuovi casi di Coronavirus. Il contagio, dice Demicheli, «circola più velocemente nelle zone che sono state meno colpite la vola scorsa, quando è intervenuto il lockdown. Ciascuno – ha detto rivolgendosi ai cittadini – dovrà rinunciare a qualcosa perché la fase del contenimento purtroppo è inefficace».
Ed è proprio sul tracciamento che il governo sta provando ad agire. Con il nuovo Dpcm, annunciato ieri dal premier Giuseppe Conte, «è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività».
La procedura di caricamento del codice di Immuni
Il passaggio delicato del caricamento del codice dell’app di un contatto positivo è stato delegato alle Asl. Ma da maggio, dal lancio di Immuni, il procedimento è stato portato avanti in modo eterogeneo sul territorio. Emblematico il caso del Veneto, dove le Ulss non hanno mai caricato i dati delle persone risultate positive per personale non adeguatamente formato, come aveva fatto notare il Corriere della Sera.
La procedura prevede che l’operatore dell’Asl, una volta comunicato al telefono a un soggetto il risultato positivo del tampone, chieda allo stesso di dettargli il codice monouso che appare nella sezione “Impostazioni” dell’App. Scegliendo l’opzione “segnala positività” il soggetto, una volta comunicato il codice, dovrà aspettare l’autorizzazione dell’operatore sanitario prima di poter cliccare su prosegui e i dati verranno caricati dall’operatore nel sistema. Resta comunque il problema legato al fatto che scaricare l’app Immuni non è obbligatorio. Il soggetto positivo potrebbe non aver installato l’app o decidere di non comunicare il codice.
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