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In Nuova Zelanda il Parlamento è il più inclusivo di tutti i tempi: multietnico, Lgbtq+ e millennials

20 Ottobre 2020 - 00:38 Redazione
Gran parte dei deputati appartiene alla generazione dei Millennials: sono infatti nati tra il 1981 e il 1996

Jacinda Ardern, laburista, sabato scorso ha stravinto le elezioni in Nuova Zelanda. Per l’occasione, il Partito laburista di Ardern ha ottenuto 64 seggi su 120. Questa volta il Parlamento della Nuova Zelanda sarà il più inclusivo di sempre: all’interno siederanno infatti molte persone non bianche, membri della comunità LGBTQ+ e la più alta percentuale di donne mai eletta, il 48 per cento. L’inclusività è data principalmente dalla presenza in Parlamento dei Verdi e dei laburisti. Nello specifico, il 55% dei laburisti è donna; tra i Verdi lo sono sette su dieci. Nel Partito nazionale – il partito all’opposizione – il 31% degli scranni è occupato da donne. Il laburista Ibrahim Omar è il primo deputato africano; c’è però anche il primo originario dello Sri Lanka, Vanushi Walters, anche lui laburista. Ricardo Menéndez dei Verdi, che è nato in Messico, è il primo latinoamericano a sedere nel parlamento neozelandese. I Laburisti hanno anche eletto 16 deputati maori, e altri ne hanno eletti i Verdi. Il 10% dei deputati si dichiara apertamente lesbica, gay, bisessuale o transgender. Il nuovo Parlamento neozelandese è anche più giovane. Quello della Nuova Zelanda è anche il Parlamento dei millennials: la maggior parte dei deputati è infatti nato tra il 1981 e il 1996.

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