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Un fiasco da noi, un successo da loro. Come e perché funzionano le app di contact tracing in Germania e nel Regno Unito

21 Ottobre 2020 - 08:31 Cristin Cappelletti
Dopo un primo test fallito, Londra ha reso disponibile la sua applicazione solo a settembre. Mentre a Berlino si sta lavorando perché i laboratori possano comunicare il risultato del tampone tramite l’app

L’allarme lanciato dagli esperti è unanime: il sistema di tracciamento dei contagi non sta funzionando. L’app Immuni per il contact tracing è stata finora scaricata da 9 milioni di persone. Un numero ancora troppo basso, mentre a livello europeo Bruxelles prova a unire le forze per far fronte alla seconda ondata. Ieri, la Commissione ha annunciato il lancio un sistema europeo di tracciamento per il Coronavirus, con la app di Italia, Germania e Irlanda che saranno in grado di comunicare tra loro e di inviare una notifica in caso di una situazione di pericolo.

In Germania Corona-Warn-App è stata scaricata da 18 milioni di persone

In Germania la Corona-Warn-App, scaricata ad oggi da 18 milioni di persone, rileva per quanto tempo un soggetto è rimasto vicino a una persona e entro quale distanza. Come per Immuni i telefoni si scambiano un codice identificativo. Progettata dal governo federale, con l’ausilio delle aziende Deutsche Telekom e SAP, l’App conserva i codici identificativi dei telefoni entrati in contatto per un periodo di 14 giorni. Esistono tuttavia diversi parametri per definire se un soggetto sia stato esposto a una situazione a rischio. Tra questi ci sono la durata dell’incontro e la misurazione della distanza.

Dopo essersi sottoposto al tampone il soggetto riceve un codice Qr da cui, attraverso la scansione, può ottenere il risultato del test e caricarlo sull’App e cambiare il suo stato in “positivo”. In alcuni casi, se il laboratorio che effettua test non può ancora elaborare i codici QR, allora la persona dovrà chiamare un servizio di assistenza per ottenere il risultato e comunicare poi di volerlo caricare sulla Corona-Warn-App.

La app del Regno Unito

gran bretagna
Tolga Akmen / AFP | Due runner passeggiano lungo il canale Regent nella zona est di Londra

In Inghilterra lo sviluppo dell’app è stato invece fatto in due fasi e non è stato un immediato successo, anzi. Il primo prototipo dell’app era stato bocciato e a settembre è arrivata una versione definitiva. Nei primi mesi c’erano molti dubbi a Londra. Alcuni suggerivano di adottare un modello centralizzato, con un server di raccolta dati centrale. Ma l’interfaccia messa a disposizione da Apple e Google per lo sviluppo di un app di contact tracing richiedeva un sistema decentralizzato, lo stesso adottato poi da Germania, Francia e Italia. Inizialmente il Regno Unito ha preferito optare per un sistema diverso da quello offerto dai due colossi della tecnologia. 

Il modello sviluppato dal Regno Unito, e indipendente da Apple e Google, aveva però dei problemi di tracciamento. Ovvero l’app faticava a rilevare gli iPhone. I telefoni con sistema operativo iOs venivano rilevati solo nel 4% dei casi, contro il 75% di quelli con sistema Android. I successivi test condotti con tecnologia Apple e Google avevano invece dato una capacità di rilevamento del 99%. Di qui l’idea di cambiare tutto.

Come funziona oggi l’app inglese? In realtà, nel Regno Unito le app di contact tracing al momento sono tre. Una in Irlanda del Nord, una in Scozia e un’altra in Inghilterra. Quella di maggior successo è la NHS COVID-19 app inglese, scaricata da 12 milioni di cittadini e ha molte funzioni che le altre applicazioni europee non hanno: quando un soggetto risulta positivo può consentire al suo dispositivo mobile di condividere i codici di contatto con gli altri telefoni accumulati negli ultimi 14 giorni. Questi vengono inviati a un server centrale gestito dal Dipartimento per la salute e l’assistenza sociale che a sua volta condivide il dato con tutti gli altri telefoni con cui il “positivo” è entrato in contatto.

In caso di notifica di vicinanza a un soggetto a rischio, i tamponi possono essere prenotati direttamente tramite l’app, da cui si potrà poi accedere anche al risultato. Il programma di contact tracing inglese, rispetto agli altri adottati in Europa, consente anche di controllare i propri sintomi rispetto a un elenco offerto dall’App. Una volta inseriti, l’app indicherà se ci sia bisogno autoisolarsi. C’è anche un conto alla rovescia di quanto tempo le persone devono stare in quarantena.

La caratteristica principale per cui questa app si discosta dalle altre in tutto il mondo è l’uso di codici QR. Attraverso una funzione nella fotocamera, che si deve autorizzare all’uso, l’app è in grado di scansionare i codici QR dei luoghi dove sei stato e registrare precisamente quali pub, ristoranti o altri spazi hai visitato. Una serie di funzioni che hanno evidentemente convinto i cittadini della Gran Bretagna ad aderire al progetto e scaricare l’app.

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