Coronavirus, l’indice di gravità dell’epidemia in Italia è arrivato a 50/100, oltre la metà dei giorni più tragici della prima ondata
Un indice di gravità dell’epidemia. L’idea è di YouTrend e il meccanismo di funzionamento si basa sull’incrocio dei dati quotidiani e settimanali relativi ai nuovi contagi da Coronavirus, ai ricoveri, alle terapie intensive, ai decessi e al tasso di positività dei tamponi. Per essere più precisi, per calcolare l’indice di gravità occorre partire da tre indici parziali che a loro volta combinano otto parametri, 4 relativi alla tendenza di medio periodo dell’epidemia e 4 legati ai dati giornalieri.
Oggi che i nuovi positivi sono +16.079, accertati con 170.392 tamponi analizzati, l’indice di gravità ha raggiunto quota 50/100. Ieri che i nuovi contagi erano quasi mille di meno (+15.199) ma con più tamponi (177.848) l’indice di gravità era di 48/100. Ma, come detto, questo indice tiene conto non solo del rapporto positivi/tamponi. Incrocia al suo interno anche tutti gli altri numeri dei bollettini giornalieri e settimanali.
Come è possibile vedere dalla curva dell’indice di gravità tracciata su questo grafico, che prende in analisi l’intero periodo in cui si è diffusa l’epidemia, l’Italia ha toccato il suo massimo picco a fine marzo. Poi la curva è ridiscesa al minimo nel corso di luglio – periodo che ha coinciso con l’allentamento di misure e restrizioni – per ritornare in questi giorni d’ottobre ad oltre la metà del momento più difficile e tragico che abbiamo vissuto durante la prima ondata. Di qui la corsa contro il tempo per evitare di tornare a toccare numeri ancora più drammatici e picchi ancora più alti nella curva dell’indice di gravità.
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