Strade deserte e controlli della polizia: la prima notte di coprifuoco a Milano
Il coprifuoco riporta Milano al silenzio delle settimane del lockdown. Alle 23 del 22 ottobre è scattato per la prima volta, e fino alle 5 di stamattina, il divieto di spostamenti sul territorio della Lombardia deciso dalla nuova ordinanza della Regione volta a limitare il contagio da Coronavirus. Quando scoccano le 23, le strade intorno a piazza XXIV Maggio, nel centro, non sono ancora totalmente vuote. Passano un paio di tram, qualche auto e taxi, alcuni rider in sella alle loro bici. Non molto distante, lungo i Navigli, le pattuglie della polizia locale verificano che tutti i locali siano chiusi. Non si registrano irregolarità, in molti casi i camerieri hanno iniziato a ritirare sedie e tavolini già da mezz’ora.
«Come una dittatura»
La maggior parte dei locali sui Navigli è meno affollata del solito anche prima delle 23, complice la pioggia caduta sul capoluogo milanese. «I clienti hanno paura, e non mi sento di biasimarli. La situazione è grave», spiega un barista. «Certo, i numeri ci preoccupano. Rispettiamo le regole e andiamo a casa, non abbiamo molte alternative. È meglio il coprifuoco ora che un nuovo lockdown domani». In un locale a metà del Naviglio Grande, fra le ultime persone ad alzarsi dal tavolo, due amiche che, mentre finiscono i loro cocktail, definiscono «una dittatura» le restrizioni anti-Covid imposte a livello regionale e nazionale: «Ce la godiamo fino all’ultimo, tanto abitiamo a duecento metri da qua». Poi, nel giro di un quarto d’ora, sul quartiere della movida milanese cala il silenzio.
La protesta dei ristoratori
Intanto, ieri sera è andata in scena una nuova protesta davanti a Palazzo Lombardia contro l’ordinanza, dopo quella del pomeriggio che ha coinvolto alcune centinaia di imprenditori di ristoranti, bar e locali notturni. Assieme ad alcuni tassisti, hanno manifestato una decina di ristoratori, fra cui un gruppo di Codogno, il centro del Lodigiano che in primavera è stato inserito nella prima zona rossa. «Codogno non ci sta più», lo striscione con cui si sono presentati sotto la sede della Regione.
Leggi anche:
- Coronavirus. Le mascherine fanno male? Le risposte alle domande dei lettori contro la disinformazione
- La lettera firmata da 100 scienziati: «Servono misure drastiche in massimo tre giorni»
- Esclusivo – Apre l’ospedale in Fiera a Milano: le immagini. Arrivato il primo paziente
- Coronavirus in Lombardia, i contagi in 24 ore arrivano a +4.916. A Milano +2.399
- Il caso Milano in cifre. La città è passata da 8 a 1.126 casi in trenta giorni. E non è tutto
- Dentro la battaglia di Milano al Coronavirus. Il direttore del San Paolo: «La nostra sfida? Continuare a curare i pazienti non Covid»
- Coronavirus, in Lombardia crescono ancora le vittime: oggi sono 29. Stabile il numero dei nuovi contagi: 4.125
- Coronavirus, i numeri in chiaro. La fisica Paolotti: «Lockdown in Lombardia ora, per non chiudere poi tutto il paese»
- Lombardia, Sala guida la rivolta contro la didattica a distanza. Azzolina a Fontana: «Garantisca il diritto all’istruzione». Il governatore: «Nessun passo indietro»
- Coronavirus, la corsa contro il tempo delle Regioni: nuove restrizioni dalla Lombardia alla Basilicata
- Scuola, in Lombardia dal 26 ottobre solo didattica a distanza per le superiori – L’ordinanza