Usa 2020, Trump tenta la carta dell’outsider. Biden (finalmente) alza l’asticella sul clima
Quattro anni fa Donald Trump è riuscito a farsi eleggere anche perché era visto da una parte dell’elettorato americano come un “outsider”, estraneo ai giochi e ai compromessi di Washington, alle macchinazioni delle élites a differenza di «crooked Hillary», come amava apostrofare la sua sfidante. Lui, Trump, diceva ciò che pensava e faceva ciò che diceva. Si esprimeva con il linguaggio del popolo, senza badare al politicamente corretto e per questo era visto come autentico, un uomo vicino alla gente nonostante fosse un miliardario. Se eletto, prometteva, avrebbe «prosciugato la palude» nella capitale. Nell’ultimo dibattito presidenziale contro l’avversario Joe Biden, Trump ci ha riprovato, giocando nuovamente la carta dell’outsider nonostante i quattro anni passati alla guida del Paese.
L’anti-politica di Trump
È indicativo che di tutte le promesse, accuse e rivendicazioni fatte dal presidente nel corso del dibattito, sua figlia e fidata consigliera, Ivanka Trump, abbia deciso di condividere su Twitter un commento in particolare: il presidente, rivolgendosi a Biden, ha detto di essersi candidato quattro anni fa proprio a causa di «politici» come Biden e Barack Obama. Più volte Trump ha cercato di delegittimare le proposte di Biden, rinfacciandogli gli otto anni passati alla Casa Bianca come vicepresidente. Lo ha fatto – efficacemente – quando si è parlato di immigrazione e della (mancata) riforma della giustizia, per esempio.
Più volte il presidente ha tentato di dipingere Biden come un membro corrotto della “casta”, con insinuazioni pesanti rispetto al patrimonio personale di Biden e di suo figlio Hunter, al centro di un nuovo caso mediatico dopo che il New York Post ha pubblicato in settimana un articolo in cui Biden senior veniva accusato di essere intervenuto per favorire gli affari di suo figlio in Ucraina. Dopo qualche minuto, quando Biden si è rivolto direttamente agli elettori guardando in telecamera, per dire che voleva parlare dei loro problemi e delle loro famiglie e non della propria, Trump ha rincarato la dose: «Vedete, vuole cambiare discorso […] è un modo di fare da politico. Io non sono un tipico politico».
Biden cambia marcia sul clima
Biden, da parte sua, ha tentato di riportare tutto a una dimensione diversa, più personale. Più volte ha fatto leva sulle sue origini modeste e più volte ha ripetuto che il 3 novembre si voterà soprattutto sul carattere dei due candidati e quindi del Paese. «Conoscete il carattere di Donald Trump e conoscete il mio. Sapete quali sono le rispettive reputazioni per quanto riguarda l’onore e il rispetto che portiamo per la verità». Quando gli è stato chiesto, come ultima domanda, cosa avrebbe detto, se eletto, agli americani che non l’hanno votato, Biden ha ribadito i valori fondamentali – «decenza, onore, rispetto» – e ha detto di essere pronto ad fare il presidente di «tutti gli americani». Trump invece, in risposta alla stessa domanda si è limitato a dire che se fosse stato eletto Biden, avrebbe alzato le tasse per tutti e il Paese sarebbe finito in recessione.
Ma alla fine è stato sul clima che Biden si è distinto rispetto all’establishment politico – e anche al presidente in carica. Mentre Trump parlava della purezza dell’acqua e dell’aria, dei progressi fatti da quando gli Stati Uniti sono usciti dagli accordo di Parigi sul clima, mentre esagerava i costi del programma di transizione energetica proposto dai dem e diceva che più regolamentazioni avrebbero “strozzato” l’economia, Biden non ha pensato più di tanto a difendersi e ha promesso qualcosa che suona davvero strano in bocca a un candidato alla presidenza in campagna elettorale, ovvero che se dovesse essere eletto presidente taglierebbe i sussidi alle aziende petrolifere americane. «È una dichiarazione forte», ha detto Trump. «Si, è una dichiarazione forte» ha risposto Biden.
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