Fuori dalla terapia intensiva, il direttore della Stampa Giannini torna a casa: «Quando sono entrato eravamo in 18, ora ce ne sono 84»
«Tra tanti “sommersi” che ho visto in questa avventura, io sono tra i “salvati”. E tanto basta». Dopo tre settimane di lotta contro il Coronavirus, il direttore de La Stampa Massimo Giannini è tornato a casa. Pur essendo ancora positivo al tampone – racconta in un editoriale sul suo giornale – non ha sintomi da 3 giorni. A causa del numero crescente di malati, dovrà finire il decorso della Covid-19 a casa sua.
«C’è un drammatico bisogno di posti letto, per ricoverare i tanti, troppi pazienti gravi che arrivano in continuazione», scrive il giornalista, che ha annunciato di essere positivo lo scorso 5 ottobre. «Quando sono entrato io, solo al mio piano, eravamo in 18. Ora ce ne sono 84. Oltre la metà ha meno di 54 anni, ed è intubata e pronata». Sua madre, dice, è purtroppo ancora ricoverata.
Nel lungo articolo, Giannini ringrazia i medici, gli infermieri e tutti i sanitari che lo hanno accompagnato «fuori dal buio»: «Sono grato a tutti i sanitari che ho incontrato e conosciuto, tra terapia intensiva, sub-intensiva e reparto “pulito-sporco”, come si chiama nel nuovo gergo clinico imposto dal virus. La competenza, il sacrificio, la dedizione, la cura, la solidarietà: stavolta non salvano solo l’esistenza degli altri. Mettono in gioco la loro in ogni turno folle».
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