Le ragioni di Conte sulle chiusure del Dpcm. Al maestro Muti: «Sì, stop ai teatri è grave: ma torneremo presto a stare insieme»
Quelle decise nel nuovo Dpcm non sono «chiusure indiscriminate» scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che oggi prova a spiegare in due interventi sul Fatto quotidiano e sul Corriere della Sera, i motivi dietro l’ultima stretta per l’emergenza Coronavirus. Con le piazze in rivolta da Torino a Catania fino a ieri sera, passando per la rabbia dei ristoratori, gli operatori sportivi e di quelli dello spettacolo, compreso il maestro Riccardo Muti, il premier risponde su tutti i fronti travolti dal Dpcm, con una bacchettata anche a chi nel suo governo, vedi Italia Viva, ora deve prendersi le proprie responsabilità: «La politica, e questo vale soprattutto per chi è al governo – scrive Conte sul Corriere – deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi le responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi».
Le chiusure sullo svago per migliorare il tracciamento
L’obiettivo delle chiusure, dalle palestre ai ristoranti passando per cinema e teatri, è quello di: «ridurre i momenti di incontro e soprattutto l’afflusso nei mezzi di trasporti», scrive Conte. Secondo il premier: «acquistate subito centinaia di nuovi mezzi pubblici è impossibile», per questo è stato necessario imporre la Didattica a distanza per le scuole superiori o ogni occasione di uscita che non riguardi il lavoro. Su questa via il premier spiega la serrata per tutte le attività serali, dalla cena al ristorante a un’uscita per assistere a uno spettacolo: «diminuendo le occasioni di socialità, abbassiamo anche il numero di contati rendendo così più facile fare i tracciamenti».
La risposta a Riccardo Muti
Dopo l’appello del maestro Riccardo Muti apparso ieri sulle pagine del Corriere della Sera, Conte è intervenuto sullo stesso quotidiano oggi con una lunga lettera di risposta. Usando le stesse parole di Muti, il premier non nega quanto sia: «oggettivamente grave la decisione di chiudere le sale da concerto e i teatri. Ma proprio perché grave è stata una decisione particolarmente sofferta». Conte spiega di aver deciso di firmare quelle dolorose chiusure solo quando ha ottenuto la certezza di erogare: «ristori immediati e misure di sostegno», con un Consiglio dei ministri che si riunirà oggi pomeriggio. «Siamo costretti a fare ulteriori sacrifici», aggiunge Conte, che garantisce di essere già al lavoro con il ministro Dario Franceschini perché il mondo dello spettacolo riparta al più presto. «Abbiamo bisogno del nutrimento che da queste attività ricaviamo – scrive Conte – e della capacità di sogno che queste ci suscitano. Intendiamo tornare al più presto a fruire di queste emozioni in compagnia, condividendo la muta armonia che si instaura in presenza di un vicino, anche se sconosciuto».
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