Coronavirus, la resa dell’americana Eli Lilly sulla cura con gli anticorpi: «La nostra terapia non funziona sui malati gravi». Appello dall’Oms ai governi: «Non cediamo alla stanchezza pandemica»
Usa
Dalla società farmaceutica americana Eli Lilly arriva la resa sul suo trattamento basato sugli anticorpi contro il Coronavirus. Con una nota diffusa lunedì 26 ottobre, la società ha dichiarato che la cura si è rivelata inefficace sui pazienti ricoverati per Covid-19 in stato avanzato. La sperimentazione proseguirà puntando su terapie riservate a soggetti con bassa carica virale, con la convinzione della società che il trattamento potrebbe funzionare nel caso venisse somministrato all’inizio del manifestarsi della malattia.
La sperimentazione sulla terapia di Eli Lilly era svolta in ospedale dal National Institute of Allergy and Infectious Disease, l’istituto guidato da Anthony Fauci, ed aveva subito già una sospensione due settimane fa, dopo che un comitato di sicurezza esterno aveva segnalato un «potenziale problema di sicurezza».
Oms
Sbagliato e pericoloso in questo momento arrendersi al contrasto della pandemia, come ha sostanzialmente ammesso il capo staff della Casa Bianca, Mark Meadows due giorni fa alla Cnn. A dirlo è il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. come riporta il Guardian, che ha invitato i governi a non cedere alla «stanchezza pandemica». Dopo che nel mondo sono morte almeno 1,1 milioni di persone, il capo dell’Oms riconosce che: «la stanchezza è reale, ma non possiamo arrenderci».
L’impegno, ha aggiunto, deve essere quello di: «bilanciare l’interruzione delle vite e dei mezzi di sussistenza». L’impegno alla «mitigazione della pandemia» spiegato da Meadows secondo il capo dell’Oms non impedisce quindi di evitare che il virus si diffonda ancora, proteggendo i più deboli.
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