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Fino a 25 mila per i ristoranti. Mille euro per gli stagionali del turismo. Cosa prevede il decreto Ristori

27 Ottobre 2020 - 21:42 Valerio Berra
Palestre e cinema chiusi. Bar e ristoranti con le saracinesche abbassate dalle 18 alle 5. Il nuovo decreto firmato dal Consiglio dei ministri si concentra sugli aiuti destinati a tutte le attività che si preparano a veder crollare le loro entrate

Ristoranti, cinema, piscine e palestre. Ma anche parchi divertimento, sale giochi, palestre e sale bingo, ostelli e rifugi di montagna. Attorno alle 17.15 le agenzie stampa hanno battuto la notizia che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Ristori. Con questo documento sono stati decisi gli aiuti per sostenere tutti gli esercizi commerciali che dovranno limitare, o cessare, la loro attività dopo la pubblicazione dell’ultimo Dpcm con le norme per arginare l’epidemia di Coronavirus. Qui sotto pubblichiamo la bozza definitiva del documento, aggiornata alle ore 16.

Cos’è il decreto Ristori

«Abbiamo appena varato il decreto Ristori, che vale complessivamente oltre 5 miliardi che saranno usati per dare risorse immediate a beneficio delle categorie». Con queste parole il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato il decreto Ristori, il documento varato dal governo per aiutare tutte le aziende che, dopo l’ultimo Dpcm per contenere il contagio da Coronavirus, hanno visto ridursi o addirittura cessare la loro attività.

Il documento è stato presentato anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: «La nostra prospettiva è solida sia rispetto alle previsioni per quest’anno e per l’anno prossimo, siamo in grado di fare fronte a tutti gli scenari». Gualtieri punta molto al rimbalzo del Pil del terzo trimestre: «Grazie alla forza del rimbalzo del terzo trimestre siamo in una condizione solida per affrontare questa fase difficile che ci deve accompagnare fino alla fine del tunnel, fino all’ultimo miglio che ci può richiedere sforzi aggiuntivi che non cambiano la nostra strategia di finanza pubblica».

Il testo

Cosa prevede

Il decreto Ristori è formato da 32 articoli, spiegati in quasi 50 pagine. Come è stato spiegato durante la conferenza stampa, il decreto si presenta come un’evoluzione del decreto Rilancio. In breve, i finanziamenti che verranno destinati alle attività colpite dalle restrizioni saranno calcolati in base a quelli già erogati dal decreto Rilancio. Finanziamenti che posso andare dal 100% al 400%, a seconda di quanto le attività siano state colpite dalle restrizioni introdotte negli ultimi Dpcm. Oltre a questi finanziamenti, sono previsti anche contributi per il pagamento dell’affitto dei locali e esenzioni della seconda rata Imu.

Fondi al sistema sanitario

Nel decreto Ristori sono presenti anche norme che riguardano il sistema sanitario. Ci sono 30 milioni di euro che verranno destinati a un fondo per permettere di sottoporsi a un tampone ai medici di base e ai pediatri di libera scelta. Oltre a questo, sono previsti anche fondi da destinare al potenziamento del contact tracing attraverso la creazione di un servizio nazionale di «risposta telefonica» per chi risulta positivo al Coronavirus. Un servizio che si dovrà occopare anche di attivare i codici di positivià dell’app Immuni.

Elezioni comunali e blocco dei licenziamenti

Le ultime disposizioni del decreto Ristori riguardano poi le elezioni comunali. Le elezioni che erano già state indette per il 22 e 23 novembre verranno rimandate al primo semestre del 2021. Sempre nel testo del decreto, vengono sbloccati anche nuovi fondi per le Forze di polizia e per i Vigili del Fuoco. Viene esteso, infine, il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione, come spiega la ministra del lavoro Nunzia Catalfo: «Abbiamo garantito altre 6 settimane di cassa integrazione Covid-19 utilizzabili dal 16 novembre al 31 gennaio 2021 o, in alternativa, ulteriori 4 settimane di esonero contributivo. Al contempo, proroghiamo il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio».

Un miliardo per i settori più colpiti

Sempre nel decreto viene stanziato 1 miliardo di euro per creare un fondo che possa contribuire a sostenere alcuni dei settori più colpiti. Le risorse destinate sono così distribuite:

  • 400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator
  • 100 milioni per editoria, fiere e congressi
  • 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale
  • 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali

A chi spettano i rimborsi?

Il punto principale del decreto Ristori è quello degli indennizi per i mancati introiti. A prendere l’indennizzo più basso saranno tassisti e Ncc. Come aveva anticipato la ministra dei Trasporti Paola De Micheli queste categorie riceveranno un indennizzo pari al 100% di quello ricevuto in primavera con il decreto Rilancio. Tutti gli indennizzi verranno distribuiti a fondo perduto, non ci saranno quindi limiti al numero di persone che potranno richiederlo. Secondo le dichiarazioni del Governo, i primi finanziamenti dovrebbero essere distribuiti entro il 15 novembre.

A seconda dell’impatto economico, la percentuale dell’indennizzo si alza (Il limite massimo, in ogni caso, sarà di 150 mila euro):

  • i bar, le pasticcerie, le gelaterie, gli alberghi, gli ostelli, i rifugi di montagna e le aree campeggio ne riceveranno uno pari al 150%
  • per i ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, impianti di risalita, parchi divertimento, sale giochi e biliardi si arriverà al 200%
  • a raggiungere la quota più alta sono però le discoteche che avranno diritto al 400%. In questa categoria rientrano anche sale da ballo e night club

Per dare un’idea più chiara della portata degli indennizzi del decreto Ristori, il ministro Gualtieri ha spiegato che i ristoratori saranno divisi in tre fasce di fatturato che riceveranno un importo medio rispettivamente di 5.173 euro, 13.920 euro e 25 mila euro. Lo stesso sistema si applica ai teatri, dove invece gli scatti sono 5 mila euro, 13.900 euro e 30 mila euro. Previsto un finanziamento anche per i lavoratori stagionali che «hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro». Qui la quota è fissa: 1.000 euro ed è prevista per:

  • lavoratori del turismo
  • lavoratori stagionali dello spettacolo
  • operatori dei centri sportivi
  • operatori degli stabilimenti termali
  • venditori a domicilio

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