Salute, economia, disuguaglianze: i campi di battaglia da cui dipende il futuro degli Stati Uniti
Il prossimo 3 novembre gli americani andranno alle urne per eleggere il presidente degli Stati Uniti. Nel mezzo di una pandemia globale, dopo un’estate di disordini e rabbia per la morte di George Floyd, e il ferimento di Jacob Blake, e con il diffondersi di teorie del complotto e un’economia alle prese con le conseguenze del Coronavirus, sono tante le sfide che dovrà affrontare il prossimo capo della Casa Bianca. Al termine di una campagna elettorale tra le più polarizzate della storia americane, con insulti e offese durante il primo dibattito, e l’inusuale modalità degli altri due, «la posta in gioco delle prossime elezioni è esistenziale per il futuro della democrazia americana», scrive John R. Allen, presidente del Brookings Institute. A essere messa in discussione è stata, in questi quattro anni, anche la leadership americana nel mondo. Il disimpegno delle truppe americane dal Medio Oriente, l’allontanamento dalla Nato, e gli screzi con i suoi alleati in Europa hanno segnato un corso per il ruolo degli Stati Uniti nel mondo che potrebbe essere ribaltato o confermato dopo il tre novembre.
La Covid-19
Con quasi 9 milioni di casi e 225mila decessi la pandemia da Coronavirus è stata la tempesta perfetta in questo anno elettorale. Gran parte della popolazione americana ha subito una qualche forma di restrizione, dal lockdown a limitazioni su spostamenti e sulla vita sociale, che ad aprile hanno portato a proteste dal Michigan al Missouri. Ma con il continuo aumento dei contagi, molti americani sono diventati disillusi sull’efficacia delle misure, fa notare Elizabeth Freund Larus, presidente del dipartimento di scienze politiche e affari internazionali, della Mary Washington in Virginia.
Dopo i continui scontri con l’epidemiologo e consigliere della Casa Bianca Anthony Fauci, che già ad aprile aveva chiesto misure più stringenti, la sfida del prossimo presidente americano sarà quella di tenere sotto controllo da una parte la crescita dei contagi, e dall’altra affrontare le conseguenze sociali ed economiche dell’epidemia. Tuttavia, secondo un recente sondaggio del Pew Research Center solo il 24% dei sostenitori di Trump crede che la pandemia sia un tema importante per determinare le scelte di voto.
Economia
Nel secondo trimestre del 2020 il pil americano è diminuito del 33.3%. Numeri che non si vedevano dalla Grande Depressione del 1929, con un tasso di disoccupazione sceso al 17%. Tuttavia, secondo le ultime stime il mese di ottobre segnerà una ripresa di oltre il 30%, circa il doppio di qualsiasi tasso di crescita trimestrale dalla seconda guerra mondiale.
Al momento, però, ci sono 6.8 milioni in più di persone senza un lavoro di quante ce n’erano a febbraio, quando il tasso di disoccupazione era ai minimi storici degli ultimi 50 anni. Secondo il presidente della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, la crescita economica sarà lenta per molti anni. Per una ripresa dell’economia saranno cruciali le misure che il prossimo presidente prenderà per contenere gli effetti della pandemia.
Disuguaglianze
Tra gli altri effetti della pandemia c’è stato quello di accentuare, come in molti Paese, le disuguaglianze sociali. L’emergenza sanitaria ha esposto i difetti di un’assistenza sanitaria inadeguata ad offrire assistenza durante una «pandemia di massa, con paziente che hanno bisogno di cure urgenti», ha scritto l’Harvard business review. Milioni di americani hanno perso la loro copertura sanitaria nel mezzo della pandemia. E questo è accaduto soprattutto agli afroamericani. Secondo un’analisi condotta dal centro di ricerche americano A valere, almeno 1 milione di asiatici, 2 milioni di neri e 3 milioni di ispanici rischiano di perdere la loro assicurazione sanitaria.
Razzismo
Al centro delle sfide che aspettano il prossimo presidente americano c’è il razzismo. La morte di George Floyd ha riacceso il dibattito, e la rabbia sociale, contro un problema che Bastian Hermisson, presidente del Foundation office di Washington, definisce «strutturale». La morte del 46enne di Minneapolis è arrivata in un momento critico per la comunità afroamericana negli Stati Uniti. I neri sono stati statisticamente «più colpiti dal Covid19 rispetto a qualsiasi altro gruppo demografico e il tasso di mortalità è stato 3 volte superiore a quello dei bianchi», evidenzia Hermisson.
Il razzismo – però – non è iniziato con Donald Trump e non scomparirà. Secondo uno studio del Washington Post, in molte città del sud, gli studenti continuano a vivere in quartiere e distretti che sono altamente segregati. E il gap economico tra gli afroamericani e bianchi continua a essere grande quanto lo era nel 1968. Un capofamiglia bianco che ha solo un diploma ha 10 volte il benessere di una famiglia di colore con lo stesso livello di istruzione.
Diritti civili
In questi 4 anni Trump ha vietato alle persone transgender di servire apertamente nell’esercito e e ha spinto per consentire agli operatori sanitari di rifiutare l’assistenza alle persone transgender affette da HIV/ AIDS. Ma non sono solo i diritti legati alla comunità Lgbtq+ a essere in pericolo. La nomina di Amy Coney Barrett come prossimo giudice della Corte Suprema potrebbe spostare ancora più a destra le decisioni del massimo organo giudiziario americano. Le donne favorevoli all’aborto temono che la giudice, nota per le sue posizioni ultraconservatrici, possa mettere in discussione un diritto sancito dal caso Roe v. Wade, in cui la Corte Suprema legalizzò l’aborto in tutto il paese.
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