Coronavirus. La molecola DR10 e la fantomatica cura di Nicolas Maduro alla Covid-19 non testata sull’uomo
Molte testate online, in particolare quelle filochaviste e filorusse, hanno diffuso l’annuncio del Presidente del Venezuela Nicolas Maduro riguardo la presunta scoperta di una cura sicura al 100% contro la Covid-19 basata su una molecola chiamata DR10, la quale sarebbe già stata usata contro malattie gravi come l’epatite C e l’Ebola. Funziona davvero? Ci troviamo di fronte a un caso di propaganda politica e di pessima comunicazione scientifica. Secondo quanto dichiarato dal Presidente venezuelano, avrebbero condotto uno studio durato sei mesi dove sarebbe stata comprovata l’efficacia della molecola DR10 nella lotta contro il virus. Lo studio, di cui non si ha traccia nemmeno in una rivista scientifica predatoria, verrà fornito all’OMS affinché venga approvata la fantomatica cura a livello mondiale. C’è un problema: non è stato testato sugli esseri umani.
A compiere lo studio di sei mesi sarebbe stato l’Instituto Venezolano de Investigaciones Científicas (IVIC), ma la sicurezza e la gioia di Maduro viene di fatto scardinata da un tweet del Ministero della Scienza e Tecnologia venezuelano in cui ammettono che la sperimentazione della molecola non è stata fatta nell’essere umano, ma nemmeno negli animali: si tratta di uno studio attraverso una sperimentazione in vitro.
Mtra. @Gabrielasjr informa que Venezuela tiene aislada la molécula descubierta, el informe técnico-químico y la evaluación de la actividad biológica atribuida (100 % inhibidora del SARS- CoV-2 en cultivos «in vitro»).
Lo stesso giorno della pubblicazione del tweet il Ministero riporta un comunicato sul proprio sito ufficiale nel quale riportano con maggiori dettagli quanto già affermato sui social:
Este domingo 25 de octubre, el presidente de la República Bolivariana de Venezuela, Nicolás Maduro, anunció al país que un grupo de investigadores criollos identificó y aisló una molécula, perteneciente a una planta medicinal, que inhibe en 100 % el SARS-CoV-2, según estudios preclínicos.
Viene specificato che si tratta di uno studio preclinico che, andando a leggere tale classificazione nel sito dell’AIFA, riguarda la sperimentazione in vitro o in vivo su animali. In questo caso si tratta del primo caso, la fase 1 spiegata con qualche dettaglio dalla ministra Gabriela Jiménez-Ramírez:
“Estas células infectadas en presencia del virus fueron sometidas a diferentes concentraciones. El principio activo, la molécula fue identificada y es un derivado del ácido ursólico. Esta molécula presenta 100 % de inhibición de la replicación del virus ‘in vitro’. Fue evaluada en células sanas sin mostrar toxicidad. A partir de allí nos dedicamos a identificar la estructura química de la molécula. Es un triterpeno, derivado del ácido ursólico”, manifestó en transmisión nacional de radio y televisión.
Lo stesso comunicato ammette che non è affatto una cura certa, ma un primo passo per lo sviluppo di un farmaco che si spera sicuro ed effettivo per i pazienti affetti da Covid19:
La titular de la cartera científica nacional subrayó que esta molécula con actividad antiviral contra el SARS-CoV-2 descubierta por científicos del IVIC permite dar los primeros pasos para el desarrollo de un fármaco efectivo y seguro en el tratamiento de pacientes venezolanos con COVID-19.
L’annuncio è per lo più un’operazione politica e soprattutto geopolitica, in cui vengono pronunciate frasi del tipo «Una vittoria del Venezuela nel mezzo del blocco imperiale».
Insomma, anche questa volta nessuna certezza su un farmaco miracoloso. Staremo a vedere, come in altri casi, se la ricerca potrà portare i suoi frutti e solo allora potremmo dire con certezza «Abbiamo la cura!».
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