Omofobia, la denuncia di Camilla: «I vicini mi bucano le gomme dell’auto perché sono lesbica» – Il video
Mentre alla Camera riparte la discussione sul ddl Zan contro l’omotransfobia, nel Paese avvengono quotidianamente episodi di violenza nei confronti delle persone Lgbtq+. Uno è stato denunciato su TikTok e Instagram da Camilla Cannoni, infermiera di 23 anni, che da tempo subisce atti intimidatori da parte dei suoi vicini di casa a Genova: «Quando sei lesbica in Italia si comportano così i tuoi vicini di casa omofobi. Ti tolgono lo specchietto e ti bucano quattro gomme della macchina. Ho fatto denuncia, ma ovviamente non si fa un c***o. Possiamo fare qualcosa, membri della comunità Lgbt, per avere dei c***o di diritti? Io mi sento chiamare ogni giorno put***a e pervertita, adesso sono arrivati a danneggiarmi la macchina con cui vado tutti i giorni a lavorare. Posso avere una mano gentilmente, visto che lo Stato non me la dà?».
In un secondo video, Camilla ha raccontato anche di aver ricevuto minacce di morte mentre chiamava il carro attrezzi. Eppure, ha proseguito, «quello che voglio è solo vivere in pace, serena, e che tutte le persone possano girare mano nella mano».
Intanto a Montecitorio, sebbene Lega e Fratelli d’Italia abbiano presentato oltre 700 emendamenti contrari e abbiano cercato di bloccare la ripresa della discussione sul ddl Zan invocando pregiudiziali di costituzionalità (bocciate con 254 no e 201 sì), il deputato del Pd Stefano Ceccanti ha spiegato che la necessità di una legge contro l’omofobia deriva proprio da un «effettivo allarme in termini di discriminazioni e atti violenti rispetto a caratteristiche qualificanti» delle persone Lgbtq+.
La posta in gioco, per i promotori del ddl, è la tutela della pari dignità di tutti. E chi teme per la libertà di esprimere il proprio pensiero – cosa ben diversa dalle minacce e dagli atti intimidatori – dovrebbe tener conto che il nuovo testo del provvedimento recita: «Restano salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti».
Video: @camillacannoni / TikTok
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