Coronavirus, a Milano ore di attesa in ambulanza per i ricoveri. Le voci dei soccorritori: «Peggio che a marzo»
Dopo le parole di Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco che ha paragonato la gravità dei pazienti di Covid-19 a Milano a quella di marzo, arrivano le testimonianze dei soccorritori impegnati sul campo, nel capoluogo lombardo. Per qualcuno di loro, che ha anche 30 anni di servizio, la situazione oggi «è peggiore rispetto a marzo». Davanti al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli, nel centro di Milano, che non è un hub per la cura della Covid-19, in mattinata le ambulanze in fila per strada erano una decina.
A bordo persone con varie patologie, non necessariamente Covid. Un’ambulanza è rimasta in attesa circa sei ore: arrivata intorno alle 7, se n’è andata poco dopo le 13, a dimostrazione di come per via della diffusione del Coronavirus per ogni ricovero i tempi si siano dilatati e i mezzi siano costretti a rimanere in strada per ore. I soccorritori non nascondono la loro esasperazione dovuta alla fatica. «Abbiamo cominciato il turno alle cinque di questa mattina. E qualcuno sui social scrive anche che si fanno girare le ambulanze vuote per mantenere l’allarme». Uno dei soccorritori descrive l’interno del Fatebenefratelli come «un ospedale da campo».
Al Policlinico, al momento, i ricoverati per Covid, a vari livelli di gravità, sono 273, 12 quelli in terapia intensiva. Il numero dei pazienti è sostanzialmente raddoppiato rispetto al 18 ottobre, quando erano 140, ma l’ospedale per il momento regge l’urto, forte dei suoi 900 posti letto. Secondo la stima dell’Areu, dalla prima mattina di oggi sono state un migliaio le richieste di intervento per problemi respiratori di varia natura nell’area metropolitana che comprende la provincia di Milano e Monza e Brianza.
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