Cosa prevede lo “Scenario 4”: il piano dell’Iss con misure di contenimento «molto aggressive»
Il Comitato tecnico scientifico (Cts), pur invitando ad aspettare per vedere se l’ultimo Dpcm riesce ad appiattire la curva, non esclude un lockdown. I casi di Coronavirus corrono e il governo studia restrizioni aggiuntive. Ieri i nuovi positivi sono stati quasi 27 mila ed è probabile che il valore dell’indice di trasmissibilità (Rt) abbia già superato o superi presto la soglia del 1,5 registrata la settimana scorsa. Se così fosse, si avvicinerebbe lo scenario più grave dell’epidemia previsto nel documento Prevenzione e risposta a COVID-19 redatto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).
«Sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare i nuovi casi»
Stando a quanto scrive l’Iss, un Rt così alto «potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi». L’unica eccezione, per quanto riguarda il rischio di sovraccaricare il sistema sanitario, è se l’epidemia si dovesse diffondere «prevalentemente tra le classi di età più giovane», come è accaduto nei mesi estivi, uno scenario che nel documento è classificato al numero 1 ma sembra essere poco probabile.
Insomma, con un aumento dei casi così forte da rendere impossibile le attività di tracciamento e il rischio che le terapie intensive non riescano a reggere, diventerebbero necessarie, secondo l’Iss, «misure di contenimento molto aggressive». Quanto aggressive dipende dalla durata dell’ondata (da meno di tre ad almeno quattro settimane) e dal livello di rischio (da moderato a molto alto). Si va dalla possibile chiusura di attività e zone rosse locali (per limitare la mobilità «in aree geografiche sub-regionali») nei casi in cui il rischio dovesse essere moderato per almeno 4 settimane, alle zone rosse più estese «su scala provinciale o regionale», in sostanza un nuovo lockdown.
Per quanto riguarda le scuole e le università anche lo scenario meno rischioso prevede non solo «la possibilità di attivare […] per gli studenti della scuola secondaria di 2° grado e dell’università, parte delle lezioni con DAD» ma anche, in alternativa, «la chiusura temporanea di scuole/università in funzione del numero di casi». Nei casi di rischio moderato si parla anche di interrompere «alcune attività sociali/culturali maggiormente a rischio», tra cui discoteche e bar.
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