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Coronavirus, picco a metà dicembre secondo le previsioni: «I giovani stanno trainando la diffusione della pandemia»

30 Ottobre 2020 - 10:25 Cristin Cappelletti
Parlano gli epidemiologi Bonanni e Salmaso: «Servono controlli più severi»

Ieri, l’Italia ha superato i 26 mila casi giornalieri. Un dato che per il governo potrebbe presto far arrivare un nuovo dpcm se entro il 9 novembre non dovesse esserci un calo nei contagi. In Francia la curva è arrivata a impennarsi oltre i 70 mila casi, numeri che forse arriveranno anche in Italia ma «è difficile da prevedere perché dipende molto anche dai nostri comportamenti e da quanto saremo capaci di fare per frenare la circolazione estesa del virus», spiega al Corriere della Sera Stefania Salmaso, epidemiologa, già a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il tempo di raddoppio in Italia è adesso di 6-7 giorni. Su questa base – continua Salmaso – «la prossima settimana arriveremo a oltre 50 mila casi, centomila in un paio di settimane. Questo però non deve gettarci nel panico ma indurci alla massima cautela». Secondo Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all’università di Firenze, «sulla base di modelli matematici ci sono proiezioni che indicano che il picco potrà arrivare verso metà dicembre, ma sono supposizioni che vanno prese con mille molle».

Le chiusure imposte dal governo hanno coinvolto quasi tutti i settori, dalla ristorazione e bar con orari ridotti, ai cinema, teatri e palestre, fino alla scuola. «L’infezione – aggiunge Salmaso – sembra concentrata nei giovani adulti e adolescenti che probabilmente in questo momento stanno trainando la diffusione della pandemia».

Per l’epidemiologa le misure non sono assolutamente sufficienti per arginare «la diffusione e invertire in modo deciso la rotta dei contagi, ma il messaggio che dobbiamo trarre è che dobbiamo evitare il più possibile le occasioni in cui veniamo in contatto con altre persone». In particolare, aggiunge invece l’epidemiologo e professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze Bonanni: «Servono controlli più severi si vedono troppi ragazzi appollaiati sulle panchine a chiacchierare senza mascherine: questo è un insulto nei confronti di chi, pur rispettando tutte le regole ha dovuto chiudere l’attività».

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