Il governo verso il lockdown “alla francese”. Se il contagio non rallenta, nuovo Dpcm entro il 9 novembre
Senza un’inversione di tendenza nella curva dei contagi da Coronavirus, una nuova stretta è inevitabile. La convinzione degli esperti è ora anche quella del governo, che in attesa di valutare gli effetti dell’ultimo Dpcm studia ulteriori restrizioni, da mettere in campo non più tardi del 9 novembre. Questa la data che filtra da fonti della pubblica amministrazione, anche se non è esclusa un’accelerata nel caso di un rapido peggioramento del quadro epidemiologico nel Paese. Sul tavolo c’è un lockdown più morbido di quello varato in primavera, ma che comunque comporterebbe chiusure diffuse per almeno un mese.
Nello scenario sul tavolo di governo e ministero della Salute, resterebbero aperte soltanto le fabbriche, le aziende agricole, i negozi che vendono servizi essenziali, come alimentari e farmacie, e soprattutto le scuole materne ed elementari, sul modello francese. In questo quadro, tornerebbe l’obbligo di autocertificazione per gli spostamenti, consentiti soltanto per motivi di lavoro, salute o per fare la spesa. Palazzo Chigi, per il momento, prende tempo. Nell’immediato, l’intenzione è quella di favorire strette a livello locale, non ostacolando i singoli provvedimenti di sindaci e governatori. Ma in seno al governo la sensazione, derivante dai dati sempre più preoccupanti degli ultimi giorni, è che un nuovo giro di vite a livello nazionale sia ineludibile.
La crescita dell’indice Rt
Oggi è attesa la pubblicazione del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss). L’attenzione è puntata sull’indice di trasmissione del virus (Rt), che già negli ultimi report ha avvicinato pericolosamente i livelli di guardia. Una crescita che avvicina il Paese al cosiddetto Scenario 4, il più grave tra quelli delineati dallo stesso Iss nel documento Prevenzione e risposta a COVID-19. Fonti qualificate definiscono «probabile» che il valore di Rt abbia superato l’1,5 registrato la scorsa settimana e riferito al periodo 12-18 ottobre. Ciò per effetto del forte aumento dei casi. Proprio l’indice Rt sopra 1,5 è uno degli elementi che delinea lo scenario più grave dell’epidemia.
Il Cts apre a misure più severe
«Sono allo studio tutte le misure», ha ammesso ieri il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Agostino Miozzo. «Oggi siamo entrati nello Scenario 3, c’è anche lo Scenario 4. Quindi, che il lockdown sia una delle ipotesi previste – generale, parziale, localizzati, o come quello che abbiamo visto a marzo – era previsto. Speravamo, auspicavamo di non arrivare a quelle ipotesi. Ma se guardiamo anche ai Paesi accanto a noi, sono purtroppo ipotesi realistiche». Parole che lasciano trasparire come, anche tra le fila del Cts, il lockdown sia un’ipotesi più che concreta: «Vediamo se le limitazioni dell’ultimo Dpcm avranno un minimo impatto – ha chiarito Miozzo -, altrimenti saremo costretti a prendere misure diverse».
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