Coronavirus, Conte apre sul Dpcm: «Stiamo valutando». E Di Maio si sbilancia: «Presto nuove restrizioni»
Il governo italiano rincorre il virus. Il premier Giuseppe Conte, intervistato durante il Festival del quotidiano Il Foglio, dal direttore Claudio Cerasa, ha parlato dei progressi del vaccino e dello scenario dei contagi da Coronavirus in Italia. Sfumando leggermente la previsione che l’aveva fatto finire sotto accusa: «Confidiamo nel vaccino già a dicembre. Ma per gli effetti bisognerà aspettare fino a primavera», ha detto. A proposito dei numeri crescenti, Conte ha rivendicato i 3 Dpcm succedutisi in tempi molto ristretti – e che hanno seguito l’impennata dei contagi-, e ha anzi affermato che il governo ha in cantiere un altro intervento: «Dopo l’aggiornamento dell’Iss stiamo lavorando per capire se è necessario intervenire ancora».
Si poteva fare di più per anticipare il Sars-Cov-2, piuttosto che corrergli dietro? «Abbiamo già potenziato i tamponi», ha detto Conte. «Abbiamo distribuito 554 milioni di mascherine. Su ogni filiera di intervento abbiamo raggiunto numeri impressionanti. Nessun Paese non militarizzato sta affrontando senza fatica l’onda d’urto della pandemia». Sulle terapie intensive che scarseggiano, il premier risponde: «Non posso rispondere dei tagli effettuati alla spesa pubblica sanitaria dei governi passati».
Il premier non ha comunque messo in discussione quello che è stato un caposaldo del governo fin dall’estate: la didattica in presenza nelle scuole. «Alcuni presidenti di regione hanno sacrificato la didattica in presenza, ma non è il nostro obiettivo. Noi continuiamo a difendere fino alla fine la didattica in presenza».
Di Maio: «A lavoro per misure più restritive»
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervistato da Simone Canettieri per Il Foglio, ha confermato che sono in corso riunioni «incessanti» per il prossimo Dpcm, che sarà «sicuramente» più restrittivo. «Sono ore di riflessione europea: Belgio e Francia e altri Paesi hanno dichiarato un lockdown», ha detto Di Maio. «Rispetto a questa curva l’Italia non è nella parte alta dei contagi: non dobbiamo stare tranquilli ma dobbiamo capire se anticipare mosse per evitare che la curva peggiori». Una crisi di governo in queste condizioni, dice, è uno scenario sicuramente poco augurabile: «Abbiamo bisogno di un governo pienamente legittimato – ha detto – e che sia in grado di prendere rapidamente le decisioni».
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