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Dpcm, nodo coprifuoco: il governo lo vuole alle 21, il Cts alle 18. Ipotesi Dad dalla seconda media e ristoranti chiusi anche a pranzo nelle aree a rischio

01 Novembre 2020 - 23:23 Giada Giorgi
Attese per oggi le comunicazioni del premier Conte al Parlamento sulle nuove misure ma la firma potrebbe slittare a domani

Sono ore di fitta discussione quelle che separano il Paese dal nuovo Dpcm anti Covid. Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte spiegherà al Parlamento le intenzioni della nuova azione per la lotta al virus, giornata in cui fino a poco fa ci si aspettava anche l’annuncio ufficiale del nuovo documento. Ora voci di maggioranza suggeriscono la possibilità che la firma definitiva del nuovo Dpcm potrebbe invece slittare a domani (martedì). Una proroga che, se confermata, sarebbe necessaria per sciogliere i nodi ancora presenti soprattutto nel confronto con le Regioni.

Lo scontro sul coprifuoco

Tra le misure certe che fino a qualche ora fa avrebbero fatto parte del documento, quella riguardante il coprifuoco dopo le 18 su tutto il territorio nazionale. Ma le ultime voci di maggioranza ora prefigurano un’ulteriore ipotesi di modifica all’orario di chiusura. Il governo starebbe premendo per una differenziazione tra le zone rosse e il resto del Paese, con un coprifuoco che, nelle zone meno a rischio, slitterebbe alle 21 e che in quelle più in pericolo di trasmissione rimarrebbe invece alle 18. Una soluzione che però non starebbe a genio al Comitato tecnico scientifico favorevole ad una misura identica per tutto il territorio nazionale, che vedrebbe l’orario del coprifuoco alle 18 come da prima ipotesi. Al netto dello scontro sull’orario, nessuno dopo il limite di riferimento potrà circolare salvo motivi di lavoro e di salute.

Chiudono gli esercizi

Tranne ulteriori modifiche, alle ore 18 dovranno abbassare le saracinesche tutte le attività commerciali tranne farmacie, parafarmacie e alimentari. Sul tema sicuro delle chiusure si affaccia però l’ipotesi dello stop di ristoranti e bar anche a pranzo nelle regioni più a rischio. Il riferimento principale della misura saranno le zone critiche della Lombardia, del Piemonte e della Calabria. Per loro possibile chiusura anche di musei e distributori automatici.

Didattica a distanza: ipotesi e certezze

Allo studio del governo anche le misure riguardanti il tema caldo della scuola. Notizia degli ultimi due giorni è stata quella dell’inserimento certo della didattica a distanza al 100% per le superiori e terze medie. Le voci più recenti della maggioranza parlano però di un’ipotesi sull’estensione della nuova norma anche per le seconde medie, con obbligo di mascherina sempre durante le lezioni in presenza per elementari e prima media.

Spostamenti tra Regioni: ipotesi e certezze

Sul fronte delle misure certe anche la stretta sugli spostamenti tra le Regioni. I governatori hanno chiesto regole nazionali, mentre il presidente Conte punta a stabilire l’ormai nota dicitura della “zona rossa”. Criterio unico quella della diffusione territoriale del virus indicata dall’indice Rt. La conferma è arrivata in serata anche dal professor Locatelli, che parlando della limitazione agli spostamenti salvo motivi indifferibili di lavoro e salute, ha sottolineato i princìpi di «proporzionalità e ragionevolezza» alla base della decisione del governo.

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