Le Filippine travolte da un super tifone, almeno 10 morti. Mezzo milione le persone evacuate – Le immagini
È il tifone più potente registrato dal 2013 a oggi e ha travolto l’arcipelago delle Filippine. Il primo bollettino delle vittime parla di 10 morti, tra cui un bambino, ma si tratta purtroppo di un bilancio provvisorio destinato ad aumentare: il tifone Goni ha isolato intere aree del Paese, irraggiungibili dai mezzi di soccorso. La popolazione rivive il dramma del tifone Haiyan che, sette anni fa, provocò la morte di circa 8mila persone. Goni ha raggiunto la terra ferma nelle prime ore del mattino di oggi, primo novembre, abbattendosi sull’isola di Catanduanes. Il tifone ha generato venti di 225 chilometri orari, ma alcune raffiche hanno raggiunto la velocità di 320 chilometri orari. Case distrutte, linee elettriche interrotte e qualsiasi tipo di oggetto, persino alcuni alberi, scaraventato a decine di metri di distanza dal luogo originale.
Il tifone ha portato con sé le piogge torrenziale tipiche dell’area, le quali hanno causato ulteriori danni: le frane hanno fagocitato interi isolati e le strade sono diventate l’alveo di torrenti violentissimi. Nelle città più colpite, quella di Catandunes e Virac, risiedono circa 70mila filippini: con loro è stato perso qualsiasi tipo di contatto. Nella regione di Albay, circa 300 case sono state sepolte dalle rocce e dalle colate di fango provenienti dal vulcano Mayon. Stando alle dichiarazioni di Ricardo Jalad, capo della Protezione civile, in tutto il Paese sarebbero quasi mezzo milione le persone evacuate. Il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, segue da vicino la situazione, intervenendo direttamente nella risposta al disastro che il governo sta allestendo. Tra le città investite dal tifone, c’è anche la città natale del presidente, Davao, nel Sud del Paese.
Goni è stato classificato come “super tifone”. Dopo aver attraversato il Sud dell’arcipelago, la sua violenza è stata categorizzata come “tempesta tropicale”, scongiurando effetti disastrosi per la capitale del Paese, Manila. Nella metropoli è stato adottato comunque un piano di evacuazione delle bidonville nelle zone più elevate e l’aeroporto internazionale Ninoy Aquino è stato chiuso. La calamità naturale si somma alle difficoltà derivanti dalla pandemia di Coronavirus: anche i pazienti positivi al Sars-CoV-2 sono stati evacuati dalle tendopoli allestite per isolarli dagli altri pazienti negativi. Dall’ufficio meteorologico centrale, intanto, è scattato l’allarme per l’arrivo di un altro ciclone, ribattezzato Atsani: al momento è classificato come “tempesta tropicale”, ma non è escluso che spostandosi verso le Filippine possa acquisire più forza.
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