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Villani (Cts) in soccorso di Azzolina: «La scuola deve essere l’ultima a chiudere in caso di lockdown»

01 Novembre 2020 - 09:54 Redazione
Il 3,8% di contagi che risultano collegati alla scuola rappresentano per il pediatra del Bambin Gesù un «contributo molto basso». «Chiuderla significherebbe privare i ragazzi di un luogo controllato dove possono incontrarsi senza rischiare il contagio»

Mentre si cercano nuove strade – di chiusura – con un nuovo Dpcm, il punto è come, dove e quanto – per affrontare la spaventosa curva di contagi da Coronavirus nel Paese, come già accaduto (anzi, ancor più di allora), uno dei temi che più dividono non solo la politica, ma lo stesso Comitato Tecnico Scientifico, è quello della scuola. E se al governo l’unica ancora ferma a difenderne l’apertura a tutti i costi sembra essere rimasta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, dal Cts si leva oggi la voce di Alberto Villani. 62 anni, presidente della Società Italiana di pediatria, è uno dei componenti del Cts. «Solo se si decidesse di chiudere tutto la scuola dovrebbe essere sacrificata. Ma se si continuasse a procedere per gradi sarebbe l’ultima a dover piegarsi al lockdown», dice Villani in un’intervista al Corriere della Sera.

ANSA/FABIO FRUSTACI |Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP) durante il ”74° Congresso italiano di Pediatria”, Roma 13 giugno 2018.

Non è la scuola, dice il pediatra, causa di focolai (anche se i dati ufficiali nelle scuole non sono né chiari né trasparenti né noti): i contagi sono avvenuti all’esterno, afferma. La scuola invece «è il luogo più sicuro, le regole sono pienamente rispettate». E anche in caso di studente contagiato, prosegue il pediatra del Bambin Gesù, è difficile che un bambino o una bambina passi il virus a qualcun altro perché indossa la mascherina ed è obbligato a stare distanziato. Eppure, si chiede, alla scuola sono dovuti il 3,8% dei contagi.

Ma per Villani «è un contributo molto basso. La responsabilità è tutto ciò che avviene dopo o prima la campanella. Chiuderla significherebbe privare i ragazzi di un luogo controllato dove possono incontrarsi senza rischiare il contagio», sostiene il pediatra. I blocchi? Per Villani al momento non è ancora necessario «intervenire con ulteriori blindature». Giacché gli effetti del Dpcm del 24 ottobre non sono ancora visibili, «serve ulteriore tempo per la verifica». Posto che «le terapie intensive sono a rischio saturazione» e che «dieci giorni fa nessuno avrebbe detto che avremmo superato in così poco tempo i 30 mila casi in 24 ore». Questo perché, a detta del pediatra, «in questa situazione ci sono troppe variabili».

In copertina ANSA | La protesta di mamme a bambini con abiti Halloween all’esterno della sede della regione Campania a Napoli per la decisione del presidente Vincenzo De Luca di mantenere chiuse le scuole per arginare il numero di contagi da Covid-19, 31 ottobre 2020.

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