Il buco nero del tracciamento, l’allarme del Cts: «Almeno 3 milioni hanno violato la quarantena». Speranza: «Troppa gente in giro»
Le attese per i tamponi sono lunghe e la Asl non chiama quasi mai nei tempi previsti. In queste settimane di tracollo del contact tracing, il sistema di isolamento è andato in crisi. Chi è andato a lavoro in attesa dell’esito del test, chi, non essendo stato contattato dalle autorità sanitarie, è uscito nonostante avesse avuto un contatto diretto con un positivo al Coronavirus. Una condizione che nell’ultima settimana potrebbe aver riguardato circa 3 milioni di persone. Il calcolo è stato fatto dal Comitato tecnico scientifico, che proprio in quest’ultimo mese ha lavorato sul nodo della quarantena – diventato cruciale ora che si pensa a fare i tamponi ai soli sintomatici e a lasciare in isolamento tutti gli altri per 14 giorni pieni. Stando ai dati disponibili, in Italia a oggi risultano sono 331 mila persone positive in isolamento domiciliare. «Per ciascuna di loro – ha spiegato una fonte del Cts a La Stampa – ci sono almeno 10 di contatti stretti che dovrebbero essere in quarantena».
Almeno 3 milioni di persone, dunque, che alle quali si aggiungerebbero coloro che sono in attesa del tampone e dovrebbero essere in quarantena fiduciaria. E sono più o meno lo stesso numero. Come ricostruisce La Stampa, considerando i tamponi eseguiti nel pubblico e quelli eseguiti nel privato, in linea teorica circa 6 milioni di italiani dovrebbe essersi barricato in casa. Molti di più dei 331 mila segnalati dalle Asl. A fronte di questa pressione gravante sui laboratori, che non riescono a stare dietro alla mole di chiamate e di tamponi (causata anche, come un circolo vizioso, dalle violazioni della quarantena), il Cts sta pensando di proporre una diminuzione dei tamponi e l’obbligatorietà per tutti i contatti di una quarantena di due settimane. «Bisogna ricordare – dice la fonte del Cts – che infrangere l’obbligo di quarantena è punito penalmente con sanzioni da tre a sei mesi, o anche anni se si è stati dichiarati positivi». Meno tamponi e più controlli, dunque?
Speranza: «C’è troppa gente in giro»
«C’è ancora troppa gente in giro», ha fatto eco il ministro della Salute Roberto Speranza. In un’intervista al Corriere della Sera, Speranza si è mostrato inevitabilmente preoccupato per la situazione in Italia. «La curva epidemiologica è ancora molto alta», ha detto, «e mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà». Domani, 2 novembre, dovrebbe arrivare il nuovo Dpcm che imporrà nuove restrizioni per evitare di sprofondare ulteriormente (e nuovamente) nella crisi sanitaria. «Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore. La scuola va difesa il più possibile, ma in un contesto del genere non è intangibile».
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