Esclusiva – L’appello di medici e infermieri del Niguarda ai negazionisti: «Dietro quella porta che non hanno aperto, ci sono immagini di sofferenza di cui avere rispetto»
«Tutto silenzioso. Nessuna coda. Tutto vuoto». Nella rassegna cinematografica dei negazionisti del Coronavirus, il genere più diffuso in questi giorni deve essere quello dei corti girati nei Pronto Soccorso. Il 29 ottobre su Open avevamo pubblicato i video ripresi all’ospedale Sacco di Milano, la prima struttura sanitaria della città ad essere dedicata completamente ai pazienti Covid. Video in cui sembra che le sale siano vuote e le ambulanze ferme, uno scenario interpretato dai registi come segno evidente delle menzogne diffuse dal governo. Teorie ben poco fondate, come abbiamo dimostrato nella nostra ricostruzione.
Ora c’è un nuovo video che è comparso in rete, questa volta girato all’ospedale Niguarda di Milano. Nei giorni scorsi un’inchiesta pubblicata su Avvenire aveva raccontato l’impatto della seconda ondata di contagi sulla struttura. Reparti in affanno, turni estenuanti e pazienti ordinari costretti a rinviare le cure. L’utente Facebook Giorgio Bogoni ha deciso di verificare di persona la situazione. Ha preso il suo smartphone ed è andato nell’ospedale a riprendere, girando un video di 2.25 minuti che, a detta sua, smaschera quello che sta succedendo.
Il video al momento non è ancora diventato virale, si parla di poco più di un centinaio di condivisioni. Fra chi l’ha visto però ci sono stati anche i responsabili dell’ospedale Niguarda, che hanno deciso di affidare la loro risposta a Open. Una risposta a cui non aggiungiamo altro.
È frustrante quanto pericoloso girare video come questo.
Per rispetto al grande impegno e sacrificio che tutto il personale del nostro ospedale sta mettendo in campo in questi giorni, quando ancora non sono spariti i segni della fatica della prima ondata della pandemia, non possiamo tacere.
Lottiamo contro un virus che sembra correre sempre più veloce, ed è inaccettabile che qualcuno affermi che tutto questo ce lo stiamo inventando, chissà per quale oscuro fine.
È assurdo essere costretti a farlo, ma troviamo opportuno spiegare, per rendere giustizia all’encomiabile lavoro delle nostre equipe, che se vedi un corridoio vuoto in Pronto Soccorso, in realtà basta aprire una porta, ovviamente non accessibile ai curiosi con un cellulare in mano, per renderti conto di quante persone ci siano sdraiate su un lettino.
Siamo passati dall’essere eroi all’essere complici di una farsa mondiale.
No, né l’uno né l’altro.
Siamo professionisti sanitari che fanno, adesso con più fatica di sempre, solo il loro lavoro.Agli irresponsabili che entrano nei nostri Pronto Soccorso, nelle uniche aree accessibili agli esterni, e improvvisandosi reporter dall’assalto con un cellulare in mano inneggiano allo scoop per aver svelato un complotto sanitario, diciamo che, dietro quella porta che non hanno aperto, ci sono immagini di sofferenza di cui avere rispetto.
Ci auguriamo che di fronte alla verità, e alla sofferenza, questi irresponsabili abbiano la decenza di smettere.
Ospedale Niguarda di Milano
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