Si tratta fino a sera sul nuovo Dpcm, Zaia frena sulle zone rosse: «No a lockdown per aziende». Mattarella chiama Toti e Bonaccini
Lunga giornata di discussioni per definire il nuovo Dpcm che racchiuderà le nuove misure per contenere i contagi di Coronavirus, che non si chiuderà prima di stasera. A seguito della riunione di stamattina con il governo, il presidente del veneto Luca Zaia ha dichiarato di essere «pronto a dar corso a tutte le restrizioni, ma non per le attività produttive». In serata, dopo gli interventi alla Camera e in Senato di Conte, il governo dovrebbe incontrare di nuovo Regioni, province e comuni per definire gli ultimi dettagli. Stando a quanto riferito dal premier, anche il governo non ha intenzione di fare chiusure come in primavera.
Stamattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ripreso la riunione conclusa ieri in tarda serata con i capidelegazione della maggioranza, da cui il governo ha ribadito di volere l’introduzione del coprifuoco su tutto il territorio nazionale alle 21. Subito dopo c’è stato un vertice con i presidenti delle Regioni e i sindaci, con l’obiettivo di trovare un accordo sull’organizzazione delle zone rosse, a partire da chi debba prendersi la responsabilità di istituirle nelle città o province a maggior rischio contagio e sulla base di quali criteri. Alle 12 il premier ha riferito alla Camera, mentre alle 17 parlerà al Senato.
Ultimi ritocchi potrebbero avvenire in giornata anche per le divisioni interne alla maggioranza. Dopo la riunione dei capidelegazione di questa mattina, la prima spaccatura è emersa sulla possibilità di chiudere i ristoranti di domenica. Sull’ipotesi si è opposta Italia Viva con la ministra Teresa Bellonova, che ha definito quella chiusura: «Un danno gratuito ai ristoratori e alla filiera agroalimentare».
Prima che iniziasse il vertice tra governo e regioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avuto un colloquio con il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e quello della Liguria, Giovanni Toti. Il confronto arriva il giorno dopo l’appello del Capo dello Stato a mettere da parte gli egoismi per «unire gli sforzi di tutti e di ciascuno, quale che sia il suo ruolo, quali che siano le sue convinzioni, nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e assicurare la ripresa del nostro Paese».
Coprifuoco e zone rosse: quando può scattare alle 18
L’idea del governo è stabilire poche regole e chiare per permettere alle Regioni di decidere in autonomia, ma con criteri omogenei a livello nazionale. In mattinata il governo ha ribadito l’intenzione di istituire il coprifuoco a livello nazionale dalle 21, ma con la possibilità di anticiparlo alle 18 per le zone ritenute più a rischio e la conseguente chiusura di tutte le attività per quell’ora. Per l’istituzione delle zone rosse, si studia un meccanismo automatico che tenga come punto di riferimento l’indice Rt e i 21 indicatori fissati dagli esperti, dalla percentuale tamponi/positivi al riempimento delle terapie intensive.
Le chiusure totali, escluse le attività essenziali, scatterebbero a livello almeno provinciale nel caso in cui l’indice Rt superasse il valore 2, oppure a 1,5 se accompagnato da livelli allarmanti sui reparti ospedalieri. In quei casi tornerebbe la necessità del modulo di autocertificazione per dimostrare che lo spostamento sia giustificato per motivi di lavoro, salute o esigenze comprovate.
Gli spostamenti tra Regioni
Tornano i limiti negli spostamenti fuori regione e all’interno delle zone rosse, con i governatori che chiedono regole uguali per tutti, mentre il governo punta a introdurre misure proporzionate al rischio delle singole zone. L’ipotesi sarebbe quindi quella di limitare gli spostamenti soprattutto in entrata e uscita per le zone rosse, mentre per il resto del territorio nazionale potrebbero arrivare restrizioni sugli orari in cui sarà possibile muoversi tra comuni e regioni.
Stretta sui trasporti e Dad fino alle medie
Gli esperti del Cts insistono perché si riduca la percentuale di riempimento massimo per i mezzi pubblici. Dall’80% previsto oggi sul trasporto locale si dovrebbe quindi passare al 50%. Sulla scuola intanto la direzione si sta consolidando sull’aumento fino al 100% della Didattica a distanza per tutte le scuole superiori e per le Università. Le lezioni da casa potrebbero riguardare però non solo le terze medie, ma anche le seconde.
L’isolamento degli anziani
Non ha trovato sostegno invece la proposta del lockdown generazionale, idea proposta dai presidenti Giovanni Toti, travolto dalle polemiche per un tweet infelice, Alberto Cirio e Attilio Fontana, che chiedevano di imporre l’isolamento per tutti gli anziani oltre i 75 anni. La prospettiva più probabile è che il Dpcm preveda delle raccomandazioni che chiedano ai soggetti più a rischio di limitare gli spostamenti al minimo possibile.
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