Non c’è accordo sulle zone rosse: le misure del Dpcm slittano a venerdì. Toti: «Domani confronto con Speranza»
Il terreno di scontro era chiaro e le dichiarazioni rilasciate in queste ore da sindaci e governatori lo hanno solo confermato. Le misure disposte dal nuovo Dpcm variano da regione a regione, a seconda del grado di diffusione del virus: ma quali sono i dati su cui si prenderà questa decisione? E soprattutto, quali saranno le aree del Paese in cui entreranno in vigore le restrizioni più dure? Sulle zone rosse ancora non c’è accordo tra governo e regioni, e allora il nuovo Dpcm entrerà in vigore a partire da venerdì 6 novembre, come ha fatto sapere Palazzo Chigi, precisando che l’esecutivo ha scelto questo termine per «consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività».
Le critiche al governo per la mancanza di notizie sul Dpcm erano arrivate da diverse parti, in primis dal sindaco di Milano Beppe Sala: «Caro Governo, sono le 6 di sera, un bar milanese sta chiudendo e ancora non sa se alle 6 di domani mattina potrà riaprire. Quando glielo facciamo sapere?». Ancora più netto il governatore della Campania Vincenzo De Luca: «Si assumerà il Governo la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate».
Il
nodo dei dati. Da dove vengono prese le tabelle
Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, da parte sua ha detto: «Da nostre informazioni, l’ultima valutazione della Cabina di Monitoraggio del Cts con l’analisi dei 21 parametri risale a circa 10 giorni fa. Ciò è inaccettabile». Sulla stessa linea anche Giovanni Toti, governatore della Liguria, che in giornata ha avuto contatti diretti con il ministro della Salute Roberto Speranza: «Ho appena parlato con il ministro Speranza, domani ci confronteremo sul posizionamento della regione Liguria rispetto alle fasce di rischio del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri».
Che ci fosse dell’incertezza sui dati e sulle zone rosse era già chiaro durante la conferenza stampa organizzata dall’Istituto superiore dei sanità (Iss). Una delle prime domande dei giornalisti della sala stampa riguardava proprio i criteri con cui definire le fasce (rossa, arancione e gialla) delle varie aree del Paese. Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, aveva ammesso che la scelta delle regioni da inserire in ogni fascia era ancora «in via di valutazione». Alle 20.20 è attesa la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, che illustrerà le nuove misure.
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