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Usa 2020. Bloccato un pro Trump al seggio e urlano ai brogli, ma si è trattato di un errore

04 Novembre 2020 - 03:56 David Puente
Un osservatore repubblicano si è visto negare l’accesso a un seggio a causa di una vecchia regola, ciò non dimostra un tentativo di broglio

Le elezioni americane 2020 hanno visto balzare nei trend topic l’hashtag #StopTheSteal grazie a un tweet pubblicato dal caporedattore della rivista conservatrice Himan Events, Will Chamberlain. Nel tweet è presente un video dove è stato impedito a un uomo, identificandosi come osservatore repubblicano certificato, di entrare dentro un seggio di Philadelphia. Questo episodio ha di fatto scatenato la teoria dei brogli elettorali da parte dei sostenitori di Donald Trump.

La persona a cui è stato impedito di osservare il voto all’interno del seggio sarebbe un tal «Gary Feldman», secondo il certificato pubblicato sempre via Twitter da Will Chamberlain. La vicenda, diffusa anche tramite un retweet del trumpiano Mike Romano, diventa virale e qualcuno inizia già a pensare al complotto dei brogli elettorali a causa della mancata accettazione del repubblicano, ma si è trattato di un errore fatto in buona fede.

Il certificato pubblicato da Will Chamberlain.

La notizia arriva anche in Italia, come possiamo vedere nel gruppo QAnon Qlobal-Change Italia:

Altre brutte cose che accadono a Philadelphia. I funzionari delle elezioni democratiche hanno evitato la trasparenza e la responsabilità ad ogni passo. Ora stanno tenendo i nostri osservatori dei sondaggi così lontani dalle tabelle di conteggio che non c’è alcun modo di osservarli. Cosa nascondono? QUESTO DEVE FINIRE!

Contattato da Politifact, il portavoce dei Philadelphia City Commissioners Kevin Feeley ha spiegato l’equivoco. Il responsabile del seggio credeva di non poter far entrare l’osservatore per via dei codici identificativi che non corrispondevano a quelli della sua zona. Felley spiega che quella era una vecchia regola e che avevano successivamente aggiornato il responsabile affinché permettesse l’ingresso a «Gary Feldman». Insomma, nessun complotto o tentativo di nascondere un broglio elettorale.

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