Dpcm, lockdown in quattro regioni (su dati vecchi), ma già domani le chiusure possono allargarsi: la mappa delle regioni
L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza con cui ha imposto il lockdown per 15 giorni su Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Calabria a partire da venerdì 6 novembre è solo la prima dopo la firma del nuovo Dpcm che divide l’Italia in tre fasce di rischio. Alle polemiche scatenate dai governatori delle regioni chiuse, a cominciare da quello lombardo, Attilio Fontana, potrebbero presto aggiungersi quelle di altri presidenti di regione, per esempio quelli di Veneto e Liguria. La decisione di Speranza è arrivata solo ieri sera, ma sulla base dei vecchi dati del monitoraggio dell’Iss, quelli dello scorso 25 ottobre. Come riporta Repubblica, però, i nuovi dati non c’erano ancora e se c’erano, erano ancora troppo parziali per chiarire la situazione del rischio di contagio di Coronavirus delle singole regioni.
L’attesa però dovrebbe finire domani, quando gli esperti dell’Istituto superiore di sanità produrranno un nuovo report sul monitoraggio settimanale, stavolta con dati più completi. Candidate a diventare zona rossa sono la regione guidata da Giovanni Toti e quella di Luca Zaia. L’indice Rt delle due regioni si attesta tra l’1,25 e l’1,50, e in base ai 21 indicatori considerati per il monitoraggio, avrebbero dovuto essere in zona arancione. Il peggioramento dello status è in corso di valutazione da parte dell’Iss, che potrebbe considerare più alto il livello di rischio anche per Toscana e Campania, dove già ieri il governatore Vincenzo De Luca ha deciso di mantenere chiuse le scuole.
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