Usa 2020, è record di candidati Lgbtq+: mai così tanti nella storia americana
Mentre l’America attende di conoscere il nome del futuro presidente della Casa Bianca, un dato è certo: quelle del 2020 sono state elezioni presidenziali record per la comunità Lgbtq+ che ha registrato il più alto numero di sempre di candidati. Un segnale forte da parte della comunità, certo, ma anche il riflesso di un più solido sostegno per i diritti Lgbtq+ tra gli americani. Partiamo da un fatto: l’evoluzione dell’elettorato. Secondo l’Ucla School of Law William Institute, per questa tornata elettorale sono 9 milioni gli americani Lgbtq+ che si sono iscritti al voto. Di questi, il 50% ha dichiarato di avere simpatie per i democratici. Il 22% degli elettori è ispanico, il 13% è afroamericano. Sono percentuali e numeri ancora mai registrati in America.
Un altro rapporto che invece riguarda gli eletti papabili, stilato dall’Lgbtq Victory Fund – il comitato che cerca di far eleggere legislatori gay, lesbiche, bisessuali o trans -, dice che 574 candidati apertamente Lgbtq hanno corso nel ballottaggio per le elezioni del 3 novembre: un terzo in più rispetto al numero che si è presentato alle elezioni di medio termine del 2018. «Le persone Lgbtq+ si candidano per una carica raggiungendo un numero ritenuto in passato impensabile. L’impatto sarà enorme se questo trend di crescita continuerà», ha detto Annise Parker, capo del Lgbtq Victory Fund a Reuters.
Se si includono anche le elezioni primarie negli Stati Uniti, almeno 1.006 persone apertamente Lgbtq+ hanno corso o si sono candidate per una carica politica quest’anno, con un aumento del 41% dal 2018. Il numero senza precedenti di candidati di quest’anno coincide con il crescente sostegno a questa comunità negli Stati Uniti. Il sostegno tra gli americani per il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ad esempio, è in gran parte visto come sinonimo di sostegno a più ampi diritti Lgbtq+. Per questo motivo la percentuale è salita al 62% dal 36% nel 2007, secondo il Public Religion Research Institute.
Precedenti resoconti del Victory Fund hanno dimostrato che le persone gay e trans detengono lo 0,17% delle cariche elettive a livello nazionale, mentre costituiscono il 4,5% della popolazione adulta degli Stati Uniti, circa 12 milioni.
Elettori e candidati transgender
Molto bene per gli Lgbtq+ in generale, un po’ meno per una branca di questi, ovvero le persone transgender. Hareetz – il principale quotidiano conservatore israeliano – fa notare che il numero di persone trans in corsa per una carica è diminuito tra il 2018 e il 2020 da 48 a 34 candidati. A marzo 2019 Logan Casey, uno scienziato politico che ora lavora con il Movement Advancement Project, raccontava di almeno 51 persone transgender che avevano corso, senza successo, per un ufficio statale, locale o federale. In nove si erano candidati al Congresso, ma nessuno è uscito vittorioso.
A sbarrare la strada per il voto ci sono, in diversi Stati, i requisiti di registrazione degli elettori e le leggi sull’identità di genere degli elettori che impediscono alle persone che non si riconoscono in uno standard binario di presentarsi al seggio. Sono 965.350 gli adulti transgender che hanno potuto votare alle Presidenziali 2020; 378.450 sono gli statunitensi trans idonei al voto che non hanno però l’identità che corrisponda al sesso o al nome scritto sui documenti. Sono poi 81.000 le persone transgender che risiedono in uno degli otto Stati con le più severe leggi sull’identità di genere.
Gli eletti finora
Da stagista di Barack Obama, Sarah McBride è diventata a 30 anni la prima persona transgender a essere eletta al Senato americano. La sua vittoria in Delaware segna di fatto una presa di posizione dai legislatori di vari Stati del Paese che hanno introdotto leggi ai danni di persone transgender e non binarie – tra queste, il divieto per le atlete transessuali di competere negli sport femminili alle nuove limitazioni in ambito di assistenza sanitaria introdotte proprio da Trump. Ad aggiungersi all’elenco delle personalità arcobaleno ci sono Ritchie Torres e Mondaire Jones. Entrambi gay ed afroamericani, si sono aggiudicati un posto al Congresso, aggiudicandosi i seggi di casa loro, New York. Votano tutti e due per il partito democratico.
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