Giallo al Cremlino, l’ombra delle dimissioni di Putin: avrebbe il Parkinson. Ma il portavoce dello zar smentisce: «Sta bene»
Niente dimissioni all’orizzonte per Vladimir Putin, almeno sembra. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha infatti smentito l’ipotesi: «È in ottima salute», ha precisato Peskov. Ma il giallo resta, come pure i dubbi sul reale stato di salute del leader incontrastato del paese. L’ex professore e analista Valery Solovei, ora oppositore e fondatore del movimento Perimen, aveva detto ai microfoni dell’emittente Eco di Mosca che Putin potrebbe annunciare le dimissioni il prossimo gennaio. Alla base della decisione ci sarebbero «motivi di salute». Tra le voci che si rincorrono – ormai da almeno un anno – emerge l’ipotesi del Parkinson o di una forma grave di cancro, ormai in metastasi.
L’ex professore dell’università di relazioni internazionali Mgimo di Mosca è diventato oppositore di Putin dopo aver perso la cattedra con il licenziamento. Solovei – che vanta buone fonti al Cremlino e nel corso degli ultimi anni ha “azzeccato” alcune previsioni importanti – ha raccontato come Putin abbia intenzione di comunicare la decisione di lasciare il suo ruolo con l’anno nuovo. «I piani di transizione prevedevano l’inizio di questo processo ad agosto e il piano implicava l’unione con la Bielorussia», ha detto.
Solo le proteste avrebbero bloccato una scelta che pare ormai inevitabile. Solovei, raggiunto dall’Ansa, ha aggiunto qualche particolare. L’attuale premier, Mikhail Mishustin, verrà «dimissionato» e come successore si stanno vagliando vari candidati, tra cui Dmitry Medvedev e «la figlia di Putin Ekaterina Tikhonova». Non c’è ancora una data precisa. Nell’ambiente vicino allo “zar” si ipotizza che i suoi piani possano essere rivelati nel corso del tradizionale discorso di Capodanno, così come fece Boris Eltsin nel 1999.
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