Attentato a Vienna, silurato il capo dei servizi segreti austriaci. E il governo chiude le moschee «vicine all’islam radicale»
«Errori platealmente non tollerabili». Così, con questa dichiarazione, il ministro dell’Interno ha chiesto e ottenuto le dimissione del capo dei servizi segreti austriaci, Erich Zwettler, dopo l’attentato rivendicato dall’Isis, che il 2 ottobre ha fatto 4 vittime a Vienna. Il ministro Karl Nehammer ha detto che era necessario trarre delle conseguenze da quanto accaduto e per questo ha proceduto con la richiesta di dimissioni. Secondo le ultime informazioni, l’attentatore era legato a moschee che facevano parte del circuito di Iggoe, ovvero della comunità islamica austriaca. Secondo il capo della polizia Gerhard Puerstl, l’attentatore avrebbe avuto contatti in estate con persone che erano sotto osservazione dei servizi tedeschi. Intanto, il cancelliere Sebastian Kurz ha disposto la chiusura di moschee considerate vicine all’Islam radicale. Il governo austriaco ha proceduto anche a numerosi arresti. Una linea che accomuna quella adottata dal presidente francese Emmanuel Macron che, dopo la decapitazione dell’insegnante Samuel Paty, ha annunciato una stretta sulla vita dell’Islam in Francia. Il ministero dell’Interno ha anche messo a disposizione un numero di telefonate per i cittadini per denunciare le persone – non si capisce su quale base e secondo quale criterio – sospettate di essere vicini ad ambienti dell’Islam estremista.
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