Coronavirus, Tar respinge il ricorso della Calabria sulla zona rossa. In Cina nessun nuovo caso locale
Italia
Tar Lazio dice “no” a sospensione zona rossa in Calabria
Con il Dpcm del 4 novembre scorso la Calabria è stata inserita tra le zone rosse italiane. La Regione ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contestando la scelta del governo di essere stata inserita tra quelle aree a maggior rischio Coronavirus. «Nella specie, non sussistono le condizioni per disporre l’accoglimento della richiesta cautelare monocratica, ma che ricorrono i motivi d’urgenza per disporre l’abbreviazione dei termini, al fine di consentire la trattazione collegiale dell’istanza cautelare nella camera di consiglio innanzi indicata», ha scritto il Tar nella risposta in cui respinge il ricorso della Regione. L’effetto quindi è: «Rigetto della richiesta cautelare monocratica».
Cina
Nessun caso di trasmissione locale
Epicentro dell’epidemia mondiale da Coronavirus, la Cina continua a non registrare casi locali. Nella giornata di ieri sono stati individuati 33 casi importati. Tra i nuovi contagi 11 sono stati trovati a Shanghai, 9 in Fujian, 4 in Sichuan, altri 4 nello Shaanxi, 3 nella Mongolia Interna e 2 in Guangdong. Nel bilancio giornaliero la Cina non ha registrato vittime.
Usa
Mark Meadows è positivo
Il capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, è positivo al Coronavirus. Hanno contratto l’infezione anche altri quattro membri dello staff, riferisce la stampa statunitense citando fonti dell’amministrazione Usa. Meadows, immortalato più volte negli ultimi giorni senza mascherina, è stata una delle poche persone a rimanere al fianco di Donald Trump quando il presidente era positivo. I media Usa hanno raccontato che i due hanno spesso lavorato a stretto contatto anche nell’ospedale in cui Trump è stato ricoverato. Oltre a Meadows, secondo l’agenzia Bloomberg, anche un membro dello staff della campagna elettorale del presidente è risultato positivo.
Negli Usa, intanto, per il secondo giorno consecutivo sono stati registrati più di 120.000 contagi da Covid-19 (120.009). La nuova impennata di casi ha portato alcuni Stati a inasprire le restrizioni nel tentativo di frenare il contagio. In Connecticut ieri sono entrate in vigore nuove misure con limitazioni a ristoranti, cerimonie religiose ed eventi. A Rhode Island, da domenica, obbligo di permanenza a casa dalle 22 alle 5 di mattina nei giorni feriali e dalle 22.30 nel weekend.
Argentina
Il vaccino della discordia
L’Argentina è pronta a ordinare 10 milioni di dosi di vaccino Sputnik V. Il presidente Alberto Fernández ha detto che le dosi arriveranno entro la fine dell’anno in base a un accordo raggiunto con la Russia. «Vogliamo che gli argentini possano contare su un vaccino il più rapidamente possibile», ha detto Fernández in un messaggio alla popolazione. L’accordo diventerà operativo non appena saranno completati i test in Russia.
Il vaccino Sputnik V è entrato nella terza fase degli studi clinici, nonostante nelle scorse settimane sia stato accolto con scetticismo da gran parte della comunità scientifica internazionale. Lo Sputnik V non sarà l’unico vaccino a cui farà ricorso Buenos Aires: «Dovremmo essere in grado di vaccinare 750.000 persone con il vaccino sviluppato da Pfizer che potrebbe arrivare già a dicembre – ha detto il presidente -, e senza dubbio avremo il vaccino da AstraZeneca e Oxford il prossimo marzo. Anche i vaccini cinesi sono tra le possibilità». L’Argentina è uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia, con oltre 1,2 milioni di casi e quasi 33 mila decessi da marzo.
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