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Truffavano giovani e giovanissimi attraverso i social soprattutto durante il lockdown: 5 arresti a Milano – Il video

07 Novembre 2020 - 20:02 David Puente
Utilizzavano carte prepagate e finti profili Instagram spacciandosi per negozi di abbigliamento online a basso costo

L’operazione «Safe Social» della Polizia Postale di Bologna e Milano, coordinata dalla Procura di Bologna, ha portato all’arresto di 5 persone residenti nell’hinterland milanese per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata. Il gruppo, guidato da un italiano e composto da stranieri di diversa nazionalità, aveva messo in piedi un sistema di vendita online di prodotti di abbigliamento acquistabili con piccole somme che non invogliavano le vittime a sporgere denuncia «per così poco». Il tutto sfruttando account social con migliaia di followers, e riuscendo a raccogliere in un anno oltre 250mila euro.

Prima di continuare con la lettura vi proponiamo alcuni semplici consigli per evitare di incappare in possibili truffe online:

  • diffidate da chi vi offre prodotti costosi a qualche decina di euro (per esempio prodotti da 250 euro venduti al 10% del loro valore);
  • interagite con profili social ufficiali e riconosciuti, non conta che siano seguiti da migliaia di followers che potrebbero essere a loro volta fasulli;
  • acquistate sui siti ufficiali e trasparenti che forniscono la tracciabilità dei proprietari, come ad esempio una partita Iva registrata e consultabile nel sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • fate molta attenzione alle recensioni presenti anche nei siti dei venditori, potrebbero essere artefatte per farvi cadere in trappola;
  • la richiesta di pagamento su carte prepagate è un campanello d’allarme;
  • nel dubbio, chiedete aiuto a qualcuno e se siete stati truffati denunciate anche per piccole somme!

L’attività delinquenziale non è recente, era iniziata nel 2018 ed è particolarmente cresciuta nel 2020 durante il periodo della Pandemia, speculando sull’emergenza sanitaria che aveva costretto alla chiusura i locali di abbigliamento nel periodo del lockdown. La Polizia Postale, ricostruendo i movimenti di denaro di 15 carte prepagate usate dal gruppo per ricevere il denaro, è riuscita a identificare un totale di 2.400 vittime di cui 1.600 erano adolescenti.

Il sistema architettato dalla banda non necessitava di particolari competenze dal punto di vista informatico. I cinque arrestati, aiutati anche da altri 12 denunciati con il ruolo di prestanome, creavano e gestivano con attenzione profili Instagram di fantomatiche attività commerciali online a tal punto da rendersi credibili al pubblico. Particolare era l’attenzione data alla vittima attraverso le chat (anche Whatsapp), facendo percepire la presenza di una sorta di assistenza clienti attenta al dettaglio: una vera e propria attività di ingegneria sociale.

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