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Usa 2020. Il fanta complotto dell’Operazione Sting e la filigrana nelle schede per fregare i Democratici

07 Novembre 2020 - 06:29 David Puente
La nuova frontiera della bufala è stata servita il 5 novembre da Infowars, il network del complottista americano Alex Jones

Più tempo passa senza un vincitore e più si creano teorie di complotto: ecco cosa sta succedendo negli Stati Uniti dal 3 novembre ad oggi e spiegato semplice in un tweet di Alexios Mantzarlis. Durante la sua recente conferenza stampa, il Presidente Donald Trump ha sparato una serie di notizie false tali da far indignare le reti televisive americane che hanno interrotto il collegamento per rispetto nei confronti del pubblico di casa. Ora la nuova frontiera della bufala è stata servita il 5 novembre da Infowars, il network del complottista americano Alex Jones, e il suo nome è tutto un programma: «Operazione Sting».

L’operazione «segreta» viene spiegata da Steve Pieczenik, uno psichiatra e scrittore presentato come una sorta di insider dell’intelligence americana, già ospite di Infowars dal 2002, noto per avere diffuso bufale e teorie di complotto che piacciono tanto ai seguaci di Alex Jones. Secondo Pieczenik, il Presidente Trump aveva escogitato un trappolone ai Dem e Joe Biden attraverso delle filigrane nascoste nelle schede elettorali per dimostrare il loro tentato «colpo di stato». La teoria è stata, ovviamente, cavalcata dai QAnon convinti che «Q» abbia predetto tutto anche questa volta.

Le schede sarebbero state, secondo la teoria riportata come vera da Pieczenik, contrassegnate con un codice di crittografia blockchain QFS con il quale sarebbe possibile sapere dove si trovava ogni scheda e chi l’ha avuta. Non spiega in che modo, il suo intervento sulla fantomatica Operazione Sting si conclude con un «non posso dire altro».

Isotopo non radioattivo e filigrana

Se Pieczenik sostiene di non poter dire altro, forse basta andare «indietro nel tempo». Il top della teoria del complotto era circolata il 4 novembre 2020, ancor prima della comparsata di Pieczenik su Infowars, in cui si sosteneva che sarebbe stato usato un isotopo non radioattivo nella filigrana trappola:

Consider: Dept of Homeland Security controlled “official ballots” production.

Dems print extras, not knowing about non-radioactive isotope watermarks on “official ballots”.

Military sting operation.

After weeding out all counterfeit ballots, Trump landslide confirmed.

Il tweet, che parla della fantomatica «Operazione Sting», sostiene che il DHS avrebbe controllato la produzione delle schede e che i Dem, stampandone di nuove extra per i brogli, non potevano sapere dell’isotopo non radioattivo nella filigrana («watermark») nelle schede ufficiali.

Perché la teoria non regge affatto

Su Infowars vengono riportate alcune presunte fonti che dimostrerebbero, o almeno confermerebbero in parte secondo il canale complottista, la storia raccontata dal loro «insider». Tra queste ci sarebbe un’infografica dedicata alla sicurezza del voto pubblicata online dall’Agenzia americana per la sicurezza informatica (CISA) nel mese di luglio 2020, dove vengono citati i «watermark», ossia la «filigrana», a cui fa riferimento la teoria di complotto.

C’è un problema per i complottisti e la stessa teoria. Non tutti gli Stati – come ad esempio la California – utilizzano il «watermark» (la «filigrana») citato nell’infografica dell’Agenzia di Sicurezza nelle proprie schede.

Facciamo un passo indietro. Si parla di un’operazione talmente segreta per dimostrare al mondo la scorrettezza del Partito Democratico che la stessa Agenzia americana per la sicurezza informatica l’avrebbe fatta notare in un’infografica dedicata alla sicurezza del voto pubblicata nel mese di luglio 2020? Della serie «riveliamo il nostro segreto pubblicamente a tutti da un sito istituzionale». E il codice di crittografia blockchain QFS? A sostegno di questa parte della teoria ci sarebbe una domanda di brevetto depositata il 7 febbraio 2020, anche questo estremamente pubblico.

C’è un problema di fondo: infatti, le schede elettorali non vengono prodotte da un unico ente federale. Questo è compito dei singoli Stati che si affidano a società di stampa locali con regolare contratto. A questo punto, per avviare una tale operazione su scala nazionale, avrebbero dovuto far inserire da ogni società la fantomatica filigrana segreta. Non solo, ogni Stato sceglie come saranno stampate le proprie schede elettorali, con le appropriate misure di sicurezza, per poi ottenere l’approvazione del servizio postale degli Stati Uniti per il design delle buste. Solo allora intervengono le aziende di stampa.

Rendiamoci conto che la stessa Agenzia americana per la sicurezza informatica ha pubblicato sul proprio sito un’area chiamata «PROTECT2020 RUMOR VS. REALITY» dove smentisce ogni sorta di teoria di complotto sulle schede elettorali. In questo caso, l’Agenzia spiega che ogni ufficio elettorale dispone di misure di sicurezza per rilevate eventuali attività dannose, come schede fotocopiate o stampate in casa. Ogni scheda viene controllata in base a molteplici elementi, come le firme, i codici a barre, le filigrane e il peso specifico della carta.

La smentita del CISA

La stessa Agenzia americana per la sicurezza informatica (CISA) ha pubblicato la smentita del «nuovo rumor», il numero 19, all’interno dell’area dedicata proprio sul caso in esame spiegando ciò che già si sapeva:

  • il DHS e il CISA non progettano, stampano o controllano le schede elettorali;
  • sono i funzionari locali ad occuparsi della progettazione, della stampa e del controllo delle schede elettorali.

Pieczenik non è stato il primo

Infowars pubblica lo sconcertante racconto il 5 novembre 2020, ma di questa teoria ne parlavano alcuni utenti su Tik Tok nei giorni precedenti, poi bloccati dalla piattaforma per violazione del regolamento sulla corretta informazione durante le elezioni americane.

Screenshot di un video Tik Tok dove l’utente si lamenta del blocco subito da una sua pubblicazione del 4 novembre 2020 contenente la teoria del complotto della filigrana nelle schede elettorali. Immagine da Mediamatters.org

Il 4 novembre circolavano già queste teorie, non c’era alcuna novità portata da parte dello psichiatra e scrittore intervistato da Infowars. Sul sito Ifunny.co troviamo lo screenshot di un fantomatico articolo, dal titolo «DHS Announces Election Audit Sting After Contentious US Election Sparks Confusion and Outrage From Election Skeptics» e datato 4 novembre 2020, in cui si racconta la teoria della filigrana.

 

Lo screenshot pubblicato su Ifunny.co

Lo screenshot mostrerebbe un fantomatico comunicato stampa verificato del Dipartimento di sicurezza interna e sarebbe stato reso noto al pubblico il 5 novembre attraverso il sito Treeofliberty.me in cui si sostiene che non sia affatto di dominio pubblico in quanto per leggerlo bisognerebbe avere un account dell’Associated Press chiamato «AP OneWire», che però non esiste.

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