Coronavirus. Le ultime novità per imprese e lavoratori, dal Dpcm al Decreto Ristori bis
Con l’aggravarsi della situazione sanitaria, continua l’enorme produzione normativa della legislazione d’emergenza, a cui si aggiungono tre ulteriori capitoli: il decreto Ristori, il Dpcm del 3 novembre 2020 e il Decreto Ristori-bis. Il 28 ottobre scorso è entrato in vigore il decreto Ristori (D.L. n. 137/2020) che ha introdotto misure di sostegno per le attività economiche e produttive più colpite dall’emergenza sanitaria nonché dalle restrizioni introdotte dall’esecutivo per contrastare la diffusione del Covid-19. Ad oggi, l’ultimo capitolo della legislazione d’emergenza è rappresentato dal Dpcm del 3 novembre, illustrato nella conferenza stampa del 4 novembre dal premier Conte, in vigore dal 6 novembre e fino al 3 dicembre 2020.
Con questo provvedimento, il territorio italiano è stato per la prima volta sostanzialmente diviso in tre aree, a seconda del livello di criticità dell’emergenza sanitaria in moderata (area gialla), elevata (area arancione), massima (area rossa) e per ciascuna area sono state individuate misure via via più stringenti alla mobilità e per l’erogazione dei servizi. Durante la conferenza stampa del 4 novembre il premier Conte ha inoltre anticipato l’emanazione del decreto Ristori bis, al fine di sostenere le imprese maggiormente colpite dalle nuove chiusure disposte con l’ultimo Dpcm.
I contributi a fondo perduto per le imprese
Tra le misure a favore delle imprese è stata prevista l’erogazione di un contributo a fondo perduto a beneficio degli operatori dei settori oggetto delle misure restrittive – di cui al Dpcm del 24 ottobre 2020 – e sono stati individuati attraverso i reviviscenti codici ATECO (ad esempio: bar, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, piscine, palestre, teatri, cinema), a condizione che tali operatori abbiano partita Iva attiva alla data del 25 ottobre 2020 e che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai 2/3 dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
Inoltre, sono stati stanziati fondi per settori colpiti dalla crisi economica, quali i settori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo, del turismo (agenzie di viaggio e tour operator), dell’editoria, dell’intrattenimento (fiere e congressi), dell’export e delle associazioni e società sportive dilettantistiche, oltre alle imprese delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Con il decreto Ristori bis saranno ampliate le categorie delle attività beneficiarie dei contributi (individuate attraverso una lista di nuovi codici ATECO), con un particolare riguardo alle imprese operanti nelle aree arancioni e rosse, oggetto di maggiori restrizioni.
La proroga del divieto di licenziamento e della cassa integrazione
Oltre alle misure di sostegno economico, l’ultimo decreto approvato dal governo è intervenuto nuovamente nella regolamentazione dei rapporti di lavoro: oltre a prevedere la proroga del blocco dei licenziamenti per motivi economici, sono state garantite ulteriori 6 settimane di cassa integrazione, da utilizzare in un periodo compreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021, riconosciute sia ai datori di lavoro che abbiano già interamente utilizzato il trattamento previsto dal decreto Agosto, sia ai datori di lavoro appartenenti ai settori oggetto di limitazioni del Dpcm del 24 ottobre (art. 12 d.l. 137/2020).
Sempre in tema di interventi di integrazione salariale, il 5 novembre la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, nell’ambito di una trasmissione pubblica, ha preannunciato il finanziamento di ulteriori 12 settimane di cassa integrazione “gratuite” nel 2021. Le risorse necessarie dovrebbero essere stanziate nella prossima legge di Bilancio.
La sospensione dei versamenti contributivi
Sotto diverso profilo, al fine di fronteggiare l’emergenza da Covid-19, viene riconosciuto a favore dei datori di lavoro privati, che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale con causale Covid-19 (con esclusione del settore agricolo), l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, per un ulteriore periodo massimo di 4 mesi, da usare entro il 31 gennaio 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nel mese di giugno 2020 e con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all’Inail (articolo 12 del decreto Ristori).
L’articolo 13 del d.l. 137/2020 prevede un’ulteriore disposizione di favore per le imprese “colpite” dal Dpcm del 24 ottobre scorso, ossia la sospensione dei versamenti contributivi relativi ai lavoratori per il mese di novembre 2020. Il pagamento dei contributi potrà essere effettuato, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 16 marzo 2021 oppure mediante la rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 marzo 2021. Il Decreto Ristori – bis dovrebbe invece garantire la sospensione dei versamenti contributi anche per il mese di dicembre a favore delle imprese che operano nelle zone arancioni e rosse.
L’indennità per i lavoratori stagionali e dello spettacolo
Infine, è stato previsto lo stanziamento di un’indennità pari a 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali (inclusi quelli con contratto di somministrazione o a tempo determinato), dello spettacolo, gli intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d’opera.
Lo smart working
Rimane fortemente raccomandato sull’intero territorio nazionale il ricorso al lavoro agile (l’ormai famoso lavoro casalingo) anche per i datori di lavoro privati, come rimane in vigore per le imprese di tutto il territorio italiano il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il governo e le parti sociali (allegato 12 del Dpcm).
Bonus baby sitter e congedo straordinario
In considerazione dell’introduzione della didattica a distanza per gli studenti dalla seconda media disposta dall’ultimo Dpcm all’interno delle zone rosse, con il decreto Ristori – bis dovrebbe essere inoltre garantita l’erogazione di un bonus baby sitter da 1000 Euro. In caso di implementazione della DAD, il genitore può inoltre godere del diritto allo smart working (già previsto dalla prima versione del decreto Ristori) o, nel caso in cui la prestazione di lavoro non possa essere resa in modalità agile, fruire del nuovo congedo straordinario con il riconoscimento di un’indennità pari al 50 % della retribuzione mensile per i genitori lavoratori dipendenti.
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