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Coronavirus, Zaia ancora contro la gestione del governo: «Ci diano l’autonomia e poi vediamo»

08 Novembre 2020 - 12:42 Redazione
Il Veneto resta sopra i 3mila contagi al giorno. Il presidente della Regione: «I Dpcm creano solo confusione. Truccare i dati? Qui è impossibile»

Una Regione in fascia gialla e un presidente che chiede maggiore autonomia per gestire l’emergenza Coronavirus. Il Veneto sta attraversando la seconda ondata con numeri sempre più preoccupanti – dai più di 1.500 contagi giornalieri del 23 ottobre agli oltre 3.300 di oggi -, ma secondo Luca Zaia il problema maggiore resta la confusione del governo. «L’autonomia è vera assunzione di responsabilità. Ce la diano, poi ciascun cittadino giudicherà».

Nei giorni in cui le Regioni stanno avendo problemi con l’invio dei dati completi alla Cabina di regia – e dopo mesi in cui alcuni territori hanno dimostrato difficoltà nella gestione dell’emergenza sanitaria (in ultimo la Calabria) – Zaia non arretra. E in un’intervista al Corriere della Sera critica la strategia dei Dpcm: «La prima fonte di confusione sono proprio i Dpcm, che dove fa comodo impongono, dove non fa comodo delegano a governatori e sindaci»

I parametri delle 3 fasce? «Discrezionali»

L’analisi delle Regioni per fasce stabilite dalla Cabina di regia, dice, «si è trasformata in un giudizio. Con un punto debole: manca il contraddittorio tra le parti». E proprio in merito ai 21 parametri per stabilire il livello di rischio, il presidente della Regione Veneto chiede che vengano fatte delle modifiche. Tra quello a parer suo più problematico c’è l’incidenza dei positivi sul numero dei tamponi, che non tiene «minimamente» conto dei test rapidi. «In Veneto ne facciamo 10 mila al giorno, come si fa a non inserirli nella base di calcolo?».

Inoltre, dice, quella stilata dal governo è una tabella con ampi margini di discrezionalità. Zaia insiste sulla sua incapacità di fornire un quadro puntuale e veritiero. «Qui in Veneto è impossibile truccare i dati – afferma -perché affidati a tecnici non politici. Ma pensare che da Roma possano verificare tutto al millimetro fa ridere».

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