Sicilia, folla per strada e in spiaggia mentre negli ospedali si muore. Il sindaco di Palermo: «Una strage annunciata» – Video e foto
Le immagini che arrivano dalla Sicilia, in particolare da Catania e Palermo, le due città più colpite dalla pandemia del Coronavirus nella regione, fotografano una situazione di apparente normalità. Tanta gente in strada e in spiaggia, come se nulla fosse successo, nonostante la Sicilia sia stata inserita, nell’ultimo Dpcm, in fascia arancione e negli ultimi giorni si siano moltiplicati gli appelli a non uscire di casa, se non strettamente necessario.
Video realizzato all’interno di un reparto Covid a Palermo tra il 5 e il 6 novembre – A cura di Pietro Galluccio
Cosa sta succedendo a Catania
A far discutere, adesso, è un’immagine postata dal fotografo siciliano, Roberto Viglianisi, che mostra la centralissima via Etnea a Catania – che conduce in piazza Duomo – stracolma di persone alle 19 di sabato 7 novembre. Come se nulla fosse successo. Un weekend come tutti gli altri mentre gli ospedali continuano a riempirsi di ricoverati per Covid.
La situazione a Palermo
A questo si aggiungano le notizie che arrivano da Palermo dove, domenica 8 novembre, in tantissimi sono andati a passeggio nelle centralissime via Ruggero Settimo e in via Maqueda con assembramenti registrati a Ballarò, uno dei mercati storici del capoluogo siciliano, persino davanti al banco di un venditore di “frittola”, cibo di strada palermitano. «Da alcune zone di Ballarò e del cosiddetto “mercato del baratto” arrivano immagini di questa mattina, a dir poco agghiaccianti con assembramenti a non finire» ha dichiarato il capogruppo della Lega al comune di Palermo Igor Gelarda, con la responsabile provinciale di Lega Giovani Elisabetta Luparello. «In pochi utilizzano le mascherine e perciò abbiamo chiesto l’intervento della polizia municipale. Circolano sui social foto poco rassicuranti di folla e assembramenti anche in centro». Ecco, invece, la denuncia del sindaco di Ragusa Peppe Cassì risalente a qualche giorno fa, prima del Dpcm del 3 novembre.
Musumeci sulla zona arancione: «Siamo su Scherzi a parte?»
Nell’area arancione è consentito spostarsi esclusivamente all’interno del proprio comune, dalle 5 alle 22, senza necessità di motivare lo spostamento. Dunque, nessun cittadino – è bene sottolinearlo – ha trasgredito le norme (a patto che abbia indossato la mascherina e mantenuto il distanziamento sociale), anche se non tutti hanno accolto l’appello di buonsenso lanciato dal governo ai cittadini, ovvero di evitare le attività e gli spostamenti non strettamente necessari.Il governatore Nello Musumeci, che in questi mesi ha alternato momenti di rigore assoluto (soprattutto nei confronti dei migranti) ad altri di “apertura” per il bene dell’economia dell’isola, è rimasto sorpreso dalla scelta di inserire la Sicilia nella zona arancione: «Spero in una svista, in un errore di valutazione del Comitato tecnico scientifico. Sembra di essere su Scherzi a parte. Non siamo in sofferenza». «Se c’è un regia politica per colpirci? Basta mettere a confronto i dati attuali della Sicilia con quelli di altre regioni – ha aggiunto Musumeci – per rendersi conto di come il sospetto possa trovarsi dietro l’angolo. Tutte le zone penalizzate appartengono al centro-destra, migliaia di siciliani la pensano con l’impronta del sospetto».
I numeri dell’emergenza in Sicilia
Eppure il commissario Covid di Palermo, Renato Costa, intervistato da Giorgio Ruta su la Repubblica, ha lanciato un allarme chiarissimo: «Se entro dieci giorni la situazione non si normalizza, avremo problemi seri. Ad esempio, dovremo sospendere le attività ordinarie e chirurgiche». Gli ospedali sono sotto pressione. I numeri, aggiornati all’8 novembre, parlano di 1.250 ricoverati, 177 pazienti in terapia intensiva (+8), 20.040 in isolamento domiciliare, 21.467 sono, invece, gli attualmente positivi. +1.083 i contagi in 24 ore con quasi 7mila tamponi eseguiti. I deceduti hanno raggiunto quota 676 (+13 nell’ultima giornata).
Il sindaco di Palermo: «Verso una strage annunciata»
In un video postato su Facebook, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha detto: «Siamo in zona arancione perché il nostro sistema sanitario potrebbe non reggere l’impatto di altri ricoveri per Covid, mettendo a rischio la vita di tantissime persone». Il primo cittadino del capoluogo siciliano ha poi aggiunto: «Rischiamo che a Palermo e in tutta la Sicilia si vada verso una strage annunciata. Se è vero che nei pronto soccorso manca l’ossigeno e che nei reparti ospedalieri si è cominciato a scegliere “quali pazienti provare a salvare e quali no”, si prefigurano scenari da medicina di guerra che, quali che ne siano i risultati e per quanto possa essere mastodontico l’impegno degli operatori medici e sanitari, porterà comunque una lunga lista di lutti e tragedie umane e sociali».
«Sono meravigliato dalle dichiarazioni del sindaco Orlando, false e fuorvianti, che evidentemente viene informato male. Come lui sa, la situazione dei posti letto a Palermo è impegnativa ma la affrontiamo in modo adeguato, tanto è vero che ancora oggi viene mantenuta la regolare erogazione di servizi sanitari ai pazienti non Covid. Altrettanta destituita di fondamento è la notizia che a Palermo mancherebbe l’ossigeno, regolarmente a disposizione di tutti i reparti ospedalieri, di tutte le ambulanze e dei pazienti domiciliari», questa la replica all’Ansa del commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa.
Foto in copertina di Roberto Viglianisi | INSTAGRAM
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