Coronavirus, l’Iss: «Rischio di epidemia non controllata e non gestibile. Scenario 4 in molte regioni» – Il monitoraggio
Con un ritardo di oltre tre giorni, ma alla fine il monitoraggio della 25esima settimana di pandemia da Coronavirus è stato diffuso. Nel report – che prende in analisi la settimana che va dal 26 ottobre al 1° novembre – l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute hanno evidenziato come l’epidemia in Italia sia in rapido peggioramento: «La maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario di tipo 3 ma sono in aumento il numero di Regioni in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4».
L’ultimo monitoraggio conferma dunque una situazione «complessivamente e diffusamente» molto grave sull’intero territorio nazionale. E dal ministero della Salute lasciano trapelare che nel governo si rafforza sempre di più l’idea di un lockdown generale, visto il numero crescente di regioni che passeranno in area di rischio arancione o rossa.
In particolare, secondo l’Istituto superiore di Sanità tutte le Regioni sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. Seria e preoccupante anche la situazione legata alle strutture ospedaliere. Il rapporto parla di «forti criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni/PA».
Quanto all’indice di trasmissibilità del virus Rt – nel periodo 15-28 ottobre 2020, come già anticipato da Giovanni Rezza – è stato calcolato che sui casi sintomatici è arrivato a quota a 1,72. Da ciò consegue che si riscontrano valori medi di Rt superiori a 1,5 nella maggior parte delle Regioni.
Per tutte queste ragioni elencate nel monitoraggio – di seguito la sintesi del rapporto – l’Iss raccomanda alle amministrazioni locali di considerare di anticipare rapidamente le misure previste per il livello di rischio “alto” e il corrispondente scenario. «Si invitano le Regioni – scrive l’Iss – a realizzare una continua analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio».
I numeri Regione per Regione
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