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Quella di Geco è appropriazione violenta dello spazio pubblico, giusto processarlo

11 Novembre 2020 - 08:34 Claudio Zamboni
L’identificazione del writer ha suscitato reazioni sia a favore che contro. Qui il punto di vista di uno dei rappresentanti di Retake Roma, associazione che lavora per il decoro e la riqualificazione urbana

La notizia dell’indagine su Geco ha sollevato un fronte di polemiche, tra oppositori e sostenitori. Ha vandalizzato muri e perpetrato reati per alcuni, o esercitato un suo diritto, per altri. Riteniamo utile dire la nostra per chiarire alcuni aspetti. Oggi c’è la possibilità di coinvolgere in un percorso di collaborazione virtuosa i cittadini e le istituzioni nel realizzare delle aree che possano essere dedicate alla street art e nel codificare un quadro regolamentare che permetta di esercitare questo tipo di iniziative.

Retake Roma ha da tempo avviato delle collaborazioni e iniziative con molti artisti per integrare le loro opere nel contesto urbano, storico e culturale, della nostra città. Siamo da sempre molto sensibili a questo aspetto e possiamo rappresentare con orgoglio il nostro contributo ad esempio nel Miglio d’Arte di Torraccia, con cui abbiamo collaborato e che ha visto la partecipazione di 110 artisti, o i numerosi restauri del Murale contro la violenza sulle donne a San Lorenzo.

Un altro esempio interessante sono le opere di arte urbana realizzate da Ater sulle case popolari di Tor Marancia o San Basilio. Hanno trasformato l’aspetto di complessi residenziali con progetti realizzati tramite il coinvolgimento di artisti e delle comunità dei residenti ed è un simbolo di come si possa coniugare espressione artistica e rispetto dello spazio pubblico.

All’opposto, la vandalizzazione di spazi urbani, mercati, opere archeologiche, scuole, mezzi pubblici rappresentano, oltre che un reato, qualcosa di molto grave dal punto di vista culturale: l’appropriazione violenta dello spazio pubblico, ovvero di ciò che appartiene a tutti i cittadini. Anche su questo versante Retake si è spesa e si spende costantemente sulle scuole e strade, riportando la collettività ad essere protagonista della cura dei beni comuni, nonché supportando il Nucleo Ambiente e Decoro nella sua azione quotidiana.

Riteniamo che Geco ricada in questa seconda tipologia, è un bene che sia stato identificato e indagato dal Nucleo Ambiente e Decoro della polizia di Roma Capitale, nonché urgente che l’iter processuale faccia il suo celere percorso, anche per il carattere simbolico della sua attività, per anni in grado di agire in libertà, con un raggio di azione impressionante.

Continueremo dunque a far sentire la nostra voce a supporto di chiunque voglia esprimere la propria arte in un contesto di arricchimento della comunità in cui si colloca e delle leggi che regolano la nostra società, ma anche a rappresentare il nostro dissenso e totale avversità per chiunque continui a vandalizzare le nostre città, nonché a lavorare sul territorio, con le amministrazioni e le istituzioni perché certe manifestazione di indecoro e violenza urbana trovino sempre meno spazio e facilità di attuazione, come nel recente passato.

Claudio Zamboni è membro del collegio direttivo e responsabile comunicazione di Retake Roma, un’associazione che lavora per il decoro e la riqualificazione urbana

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