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I numeri in chiaro. Pregliasco: «Trend dei contagi stabile, ma resta alta la pressione sugli ospedali». E sul Natale: «Il quadro sarà ancora allarmante»

12 Novembre 2020 - 20:21 Felice Florio
Il direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano rileva una stazionarietà nei nuovi casi, considerato anche l’alto numero di tamponi, «ma soffriamo l’onda lunga dell’andamento esponenziale di ottobre»

Dopo il numero di casi registrati l’11 novembre, 32.961, le nuove infezioni da Coronavirus sono tornate ad aumentare: 37.978 nuovi contagi nelle ultime 24 ore. Ad oggi, l’1% della popolazione italiana è positiva al Sars-CoV-2. Quanto alle vittime, il numero di morti giornalieri risulta essere molto alto nell’ultima rilevazione (636). Ma nonostante questi numeri, per Fabrizio Pregliasco, epidemiologo e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, «i dati di oggi sono da leggere con ottimismo per la curva epidemica».

Professore, i nuovi contagi sono 5mila in più rispetto al numero registrato ieri. Come fa a essere ottimista dopo il bollettino del 12 novembre?

«La volatilità quotidiana del dato è un classico. Se vogliamo guardare al numero assoluto, mi ritengo ottimista perché non abbiamo superato il picco del 7 novembre, giorno in cui i casi erano quasi 40mila. In generale, si inizia a vedere una stabilizzazione dei contagi, credo che stiamo assistendo all’effetto dei provvedimenti restrittivi delle ultime settimane».

Siamo il primo Paese di Europa per numero di vittime giornaliere. Forse non sono stati sufficienti quei provvedimenti?

«Non trattandosi di misure così stringenti, si sapeva che non avrebbero potuto dare un risultato eclatante in tempi brevi. Ma rileviamo una stazionarietà nei contagi, considerando anche che i tamponi che facciamo, adesso, sono parecchi».

Nella sua regione, la Lombardia, com’è la situazione epidemica?

«Alcune informazioni interessanti stanno arrivando dalle Ats, che evidenziano valori dell’Rt in riduzione. Certo, stiamo soffrendo ancora l’onda del trend esponenziale che, per definizione, è lunga: prima di avere un assestamento definitivo dei contagi, dobbiamo ancora attendere qualche giorno».

Può essere un respiro di sollievo per le strutture ospedaliere?

«No, questo no: gli ospedali sono in una fase di affaticamento abbastanza importante. Per ora la situazione tiene, ma solo grazie al grande sforzo degli operatori sanitari».

Tornando al trend dei contagi, se continua a calare si può sperare di vivere un Natale più “normale”?

«Non sarebbe prudente tornare alla mobilità estiva. L’obiettivo degli ultimi Dpcm è la mitigazione, con l’auspicio di recuperare quanto prima la capacità di tracciamento, non di estinguere l’epidemia. A Natale avremo ancora una soglia di allarme importante e dovremo continuare a comportarci con estrema cautela».

Pensa che le vaccinazioni, dall’inizio del nuovo anno, potranno avere degli effetti positivi sulle curve dell’epidemia?

«I vaccini, in generale, stanno dando riscontri interessanti. Ma per la logistica e per l’esigenza di fare due dosi, ritengo che il raggiungimento di una copertura importante della popolazione non potrà che raggiungersi dopo l’estate del 2021».

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