Guy Standing: «Il reddito universale? Con la pandemia è diventato un imperativo economico» – L’intervista
Sarà per la durissima crisi causata dalla pandemia di Coronavirus che ha colpito le popolazioni di tutto il mondo. Sarà perché la nostra idea di lavoro sta diventando vecchia sotto ai nostri occhi e la ricchezza si sta accumulando in mano a pochi colossi dei big data. Fatto sta che, negli ultimi difficili mesi, numerosi politici e studiosi hanno ricominciato a parlare a più riprese di Reddito di base. Lo scorso 25 settembre, migliaia di cittadini europei hanno lanciato una raccolta firme (chiamata Iniziativa dei Cittadini europei) per portare il dibattito sul cosiddetto basic income alla Commissione Ue. Ma di cosa si tratta esattamente? A chi spetterebbe e, soprattutto, come verrebbe finanziato?
Open ha chiesto a Guy Standing di fare chiarezza sui punti fondamentali della proposta. Standing è professore di economia alla SOAS di Londra e co-fondatore del Basic Income Earth Network (BIEN), una rete internazionale di ricerca dedicata al reddito di base: da decenni si occupa di studiare e seguire progetti pilota attivi nel mondo. Secondo il professore, il reddito di base è «un imperativo economico e sociale». Specialmente ora, nel pieno della pandemia: in questi mesi di lockdown e crolli del Pil, i miliardari hanno visto aumentare i loro profitti di oltre il 30% mentre i precari, gli autonomi e i dipendenti privati sono andati incontro a drastiche diminuzioni delle entrate.
«È una questione di giustizia sociale, ma anche ambientale», ha detto, spiegando che il modello del basic income aiuterebbe a diminuire lo stress dei lavoratori, a limare le diseguaglianze sociali e a contenere l’inquinamento. Un sistema di ridistribuzione economica che partirebbe, in sintesi, da due pilastri: la carbon tax e la data tax.
Proprio la regolamentazione dell’uso dei dati è ormai un tema centrale dell’economia – citato recentemente dalla Commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager. Il lavoro di fornitura di informazioni che tutti noi svolgiamo ogni giorno per le più importanti piattaforme online sta creando la più grande accumulazione di ricchezze dei tempi presenti. «Non è corretto che i grandi colossi come Facebook, Google e Amazon ricevano gratuitamente i nostri dati, guadagnandone enormemente e senza che nessuno di noi abbia nulla indietro», ha sottolineato Standing.
Al momento, nel mondo ci sono circa 50 esperimenti che stanno dimostrando inoltre come un reddito garantito spinga le persone a essere più attive, aumentando la loro sicurezza in loro stesse e facendole sentire a tutti gli effetti parte della ricchezza di un Paese. «Con un reddito di base le persone possono passare più tempo a svolgere forme di lavoro diverse, come quello di cura, il volontariato, i lavori per la comunità e per l’ambiente», ha sottolineato Standing. «Attività che oggi non vengono considerate “lavoro” nelle nostre stupide statistiche, ma di cui abbiamo estremamente bisogno».
Montaggio video e foto di copertina: Vincenzo Monaco per Open
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