Natale con i tuoi? Occhi sull’Indice Rt: il piano del governo per salvare le feste (ed evitare la terza ondata). Pregliasco: «Lasciate a casa i nonni»
C’è chi già cerca i regali su internet, approfittando delle offerte del mese del Black Friday. Chi ha comprato i biglietti aerei per tornare nel proprio paese di origine. Chi ha già addobbato un albero, chi ha ordinato le lucine, chi ha scritto “Caro Babbo Natale” e chi ha sbirciato quella lettera per anticipare Santa Claus e magari comprare un dono con il buono mobilità. Il Natale sta arrivando – mancano 40 giorni – e le discussioni correlate, come ogni anno, diventano centrali. Nonostante il Coronavirus. Secondo i retroscena di diversi quotidiani, il governo ha aperto un dossier sul Natale, su cosa consentire e cosa evitare in periodi di cene e pranzi con amici e parenti.
L’obiettivo del governo è innanzitutto evitare che, dopo la seconda ondata, si verifichi anche una terza e in concomitanza con il picco influenzale di gennaio-febbraio. Si apprende dalle dichiarazioni degli esponenti dell’esecutivo che «qualche allentamento – delle misure – ci sarà», anche per dare un po’ di respiro ai commercianti che, a dicembre, fatturano più di ogni mese dell’anno. È presto per definire un quadro preciso delle norme che definiranno il Natale 2020, ma alcune anticipazioni arrivano sulla base delle proiezioni degli esperti.
L’auspicio di Conte
È probabile che, se l’ultimo Dpcm sortirà gli effetti sperati, il coprifuoco dalle 22 alle 5 potrebbe decadere già dal 3 dicembre: il cenone della Vigilia, così, sarebbe salvo. Ma in casa non potranno incontrarsi che «pochi intimi», ha ripetuto il presidente del Consiglio. Il numero minimo per garantire quel «po’ di serenità» che Giuseppe Conte auspica arrivi con la fine dell’anno: non è un semplice augurio, è l’unico modo per non perdere ulteriore consenso, come successo agli esordi della seconda ondata pandemica.
Cenone solo nelle zone gialle?
Per rendere possibile quella serenità e permettere alle persone di incontrarsi, è necessario che il valore Rt continui a calare. L’ultimo dato, pari a 1,4, è indice che le misure di contenimento del contagio stanno funzionando. Entro il 3 dicembre, però, è necessario che Palazzo Chigi rediga un nuovo Dpcm, per sostituire quello vigente, in scadenza. Sembrerebbe che la suddivisione del Paese in fasce gialle, arancioni e rosse possa permanere: solo nelle Regioni gialle, allora, potrebbe essere consentito incontrare i parenti più stretti per riunirsi a tavola il 24 e il 25 dicembre.
I rigoristi del governo
Tuttavia, il ministro della Salute Roberto Speranza ha glissato la discussione, ritenendola prematura e «surreale» al momento. Il consulente del suo dicastero, Walter Ricciardi, rientrerebbe tra i rigoristi, valutando negativamente l’ipotesi di consentire cene e pranzi tra persone che non vivono sotto lo stesso tetto. Rigido pure il ministro della Cultura Dario Franceschini che, secondo il Corriere, ha ammonito alcuni capidelegazione: «Anche se la curva scende, bisognerà fare un discorso chiaro. Tra messe, tavolate e negozi pieni è il periodo perfetto per far crescere il virus. Se rimuoviamo tutte le misure rischiamo di ripetere Ferragosto».
Pregliasco: «Lasciate i nonni a casa»
Insomma, potrebbe essere il modello a semaforo del Paese – senza un vero e proprio via libera di colore verde – a decidere in quali territori si potrà festeggiare il Natale con quella serenità favoleggiata da Conte. Ferme restando le solite raccomandazioni anti-contagio: evitare di ricevere in casa ospiti estranei al nucleo famigliare stretto, indossare la mascherina, osservare la distanza e via dicendo. L’epidemiologo Fabrizio Pregliasco, alla Stampa, ha detto che il rallentamento del trend di contagi degli ultimi giorni porterà «a un Natale tranquillo, con qualche giudiziosa apertura – e senza ripetere gli errori estivi – i nonni sarà meglio lasciarli a casa». Per il pranzo del 25, la tavola di Pregliasco dovrebbe essere composta da «genitori e figli al massimo».
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