Sardegna (ancora gialla) osservata speciale, l’ultimo bollettino è il peggiore di sempre: i dati che spingono sulla chiusura
I monitoraggi sui dati Covid continuano a rendere la cartina dell’Italia un campo di battaglia in costante evoluzione verso i toni più scuri. Le fasce gialle, arancioni e rosse cambiano insieme alle curva epidemica di ogni Regione, e il pericolo di scalare il più alto grado di rischio rimane lo scenario da scongiurare. Dopo l’ultimo arrivo in zona rossa di Toscana e Campania, ora la Sardegna, attualmente in zona gialla, a preoccupare dopo che l’ultimo bollettino ha registrato i dati peggiori di sempre, come ricorda l’Unione Sarda.
623 nuovi casi in 24 ore, +15 morti e 48 ricoveri ordinari in più. Le terapie intensive contano attualmente 57 pazienti. Numeri che rappresentano un record assoluto per la Regione registrando il peggiore bollettino diffuso fino ad ora. Va da sé che nonostante la sua attuale permanenza in zona gialle e un indice Rt non superiore a 1, la Sardegna diventa una regione sorvegliata speciale per un eventuale passaggio in fascia arancione.
Il report dell’Unità di crisi regionale evidenzia come la metà dei contagi sia stata rilevata grazie all’attività di screening e che ad aumentare in maniera preoccupante è il numero degli infetti con sintomi. Con relativa difficoltà delle strutture sanitarie a gestire la quantità di persone che chiede assistenza. La zona più interessata da decessi è il nord della Sardegna con 7 vittime su 15 di quelle registrate dal bollettino regionale.
Solinas rassicura, i medici smentiscono
Poche ore fa il governatore della Regione, Christian Solinas aveva definito la situazione «del tutto sotto controllo», riferendosi in particolare «a tutte le rappresentazioni negative che qualcuno tende a fare, procurando allarme». A fargli da contraltare era stato il Santissima Trinità di Cagliari, principale polo regionale per la cura di Covid-19. Il dott. Goffredo Angioni ha smentito la valutazione di Solinas su tutti i fronti:
La situazione non è affatto sotto controllo. Quando ci sono 30 e più pazienti che da giorni attendono, in Pronto soccorso, un posto letto, la situazione non è sotto controllo. Quando in tutti i reparti di area medica ci sono pazienti attaccati a ventilatori, la situazione non è sotto controllo.
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