Coronavirus, Cartabellotta avverte: «C’è un eccesso di ottimismo. Il rapporto tra positivi e casi testati continua a crescere»
«Le parole “rallentamento”, “raffreddamento”, “frenata” hanno generato un ingiustificabile eccesso di ottimismo per la variabile interpretazione del reale significato di questi termini: una ridotta velocità con cui sale la curva dei contagi». Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, predica calma sulla recente tendenza dei contagi da Coronavirus. «Per interpretare correttamente il concetto di rallentamento o frenata bisogna tenere conto di tre elementi», dice Cartabellotta. «Innanzitutto, il dato deve essere confermato nelle prossime settimane; in secondo luogo può essere influenzato da effetti di saturazione a livello territoriale e ospedaliero; infine, tutte le curve continuano a salire in maniera comunque molto rapida peggiorando la capacità di risposta dei servizi sanitari».
Nell’ultima settimana i decessi sono aumentati del 48%
Cartabellotta anticipa i dati dell’analisi aggiornati a ieri: «Quello che si osserva è una riduzione dell’incremento percentuale dei nuovi casi giornalieri: dal 5% del 30 ottobre al 3,4% del 14 novembre che potrebbe essere un effetto delle misure introdotte. Tuttavia, nello stesso periodo, continua a crescere il rapporto positivi/casi testati, dimostrando che la curva di crescita rallenta anche per la ridotta capacità di effettuare tamponi».
Il “rallentamento” si intravede, in misura minore, sulla velocità di crescita di ospedalizzazioni e terapie intensive. Ma non conoscendo i flussi dei pazienti in entrata e in uscita anche questo dato può essere influenzato dall’effetto saturazione dei posti letto. Le soglie di occupazione del 40% (area medica) e 30% (terapia intensiva) sono state entrambe superate con una media nazionale ad oggi rispettivamente del 50% e del 34% e valori molto più elevati in alcune Regioni. Nella settimana 8-14 novembre, rispetto alla precedente, s’è registrato un aumento dei decessi del 48,1%, dei ricoveri in terapia intensiva del 25%, ·dei ricoverati con sintomi del 25% e dei nuovi casi del 26,8%.
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