De Luca torna all’attacco sul governo: «Rincorre il virus senza prenderlo. Dovevano chiudere tutto a ottobre: ma sulla Campania hanno deciso in tre giorni»
La comunicazione di Vincenzo De Luca, si sa, è certamente sopra le righe. Persino sul New York Times, durante la prima fase della pandemia, si è parlato del suo modo di redarguire la popolazione e la modella di fama internazionale, Naomi Campbell, ha pubblicato su Instagram alcuni spezzoni delle dirette Facebook del governatore. Insomma, tra lanciafiamme e cinghialoni, il presidente della Campania è stato per lungo tempo sotto i riflettori mediatici durante la prima ondata del Coronavirus. Nella seconda, con la sua regione particolarmente colpita dai contagi, la questione si è fatta più complessa.
De Luca si trova a fare i conti con curve epidemiche preoccupanti, immagini di rivolte a Napoli che fanno il giro del mondo e un video, dall’ospedale Cardarelli, di un paziente Covid morto in bagno. Il governatore, però, ci tiene a ribadire che la situazione negli ospedali campani «È di buona tenuta, in un quadro di generale pesantezza. Abbiamo raddoppiato in pochi mesi le nostre terapie intensive; abbiamo centinaia di posti letto di ricovero ordinario disponibili. C’è un affollamento come in tutta Italia, nei pronto soccorso. E c’è una grande carenza soprattutto di anestesisti: è questa la nostra criticità vera».
De Magistris? «Il più grande disastro amministrativo d’Italia»
Nell’intervista rilasciata a Libero, il presidente della Campania critica in più passaggi il governo, colpevole di aver ritardato l’introduzione delle zone rosse: «Bisognava chiudere tutto a ottobre, e con un’unica misura nazionale e non con misure tardive, parziali e produttrici solo di divisione e di confusione». In quel caos, si sono anche generate le rivolte sociali nel capoluogo campano. «Contro i delinquenti ci vuole il pugno di ferro. C’è a Napoli qualche amministratore che non ha ancora avuto il coraggio e la dignità di condannare chi promuove la guerriglia». Il riferimento è al sindaco del capoluogo partenopeo, Luigi De Magistris, «il più grande disastro amministrativo d’Italia».
Campania, da zona gialla a rossa in tre giorni
De Luca denuncia gli attacchi ricevuti dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, colpevoli a suo dire di aver ostacolato le ordinanze del governatore per chiudere le scuole in Campania, salvo poi prendere, con un mese di ritardo, la sua stessa scelta. Ma l’errore più grave del governo, secondo De Luca, è l’assenza di «un piano di mobilitazione eccezionale di impegno anti Covid e di coinvolgimento organico di decine di migliaia di agenti delle forze dell’ordine, dell’esercito, delle polizie municipali. Il territorio è rimasto senza controllo. Le ordinanze cadevano nel vuoto – dice nell’intervista, e conclude -. Alla fine, c’è stata la demenzialità dei criteri “oggettivi”. Come è possibile portare la Campania da zona gialla a rossa, dal martedì al venerdì? Cosa è cambiato in tre giorni?».
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