Calabria, il neocommissario alla Salute Eugenio Gaudio è indagato a Catania dal 2019 per concorso in turbativa
Non c’è pace per la Calabria. Il nuovo commissario per la sanità Eugenio Gaudio – scelto dopo le dimissioni di Giuseppe Zuccatelli e la precedente sostituzione di Saverio Cotticelli – è indagato per concorso in turbativa dalla Procura di Catania nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati all’università, risalente al 2019. Le indagini nelle quali è coinvolto l’ex rettore sono state avviate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dalla pm Raffaella Vinciguerra.
Come riporta il quotidiano Domani, Gaudio aveva ricevuto l’avviso di conclusione di indagine e subito dopo era stato interrogato. Gaudio si è fatto interrogare – scrivono dal quotidiano – e la sua difesa ha fatto riflettere gli inquirenti, che al momento propendono per una richiesta di archiviazione nei suoi confronti. Ad oggi, però, l’archiviazione deve ancora essere approvata dal giudice.
Anche questa terza nomina, quindi, rischia di essere in bilico. In una diretta su Facebook tenuta in serata, il presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì aveva detto: «Il rettore Gaudio che ha alle spalle un carriera medica che non finisce mai e un curriculum veramente eccellente. Ha grandi capacità anche amministrative, e per questo, pur permanendo il rifiuto dello strumento del commissariamento, mi piace pensare che, perché figlio di questa terra, possiamo immaginarlo come il primo assessore alla sanità del secondo periodo della Calabria».
L’inchiesta “Università bandita”
La notizia del coinvolgimento nell’inchiesta “Università bandita” di Gaudio è arrivata il 29 giugno del 2019: oltre a tutte le cariche di prestigio dell’università di Catania, erano indagati anche lui – ormai ex rettore dell’Università di Roma La Sapienza – e Marco Montors, il rettore dell’Humanitas University di Rozzano. Secondo i Pm, l’attuale neocommissario in Calabria avrebbe pilotato le nomine dei concorsi.
Le prove sotto indagine sono 27, ma le procedure concorsuali truccate potrebbero essere addirittura 124 . I concorsi, secondo chi indaga, sarebbero stati organizzati prima sulla base del vincitore, stilando un bando ad hoc per pilotarne il risultato. Per quanto riguarda le persone coinvolte nelle indagini, sono al momento 66: 40 professori dell’Università di Catania e 20 degli atenei di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.
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