«Ma quale Natale, riapriamo al più presto le scuole». Il capo del Cts Miozzo durissimo: «Politici improvvisati disprezzano la formazione»
C’è chi discute da giorni su possibili regole e allentamenti in vista delle feste di Natale, chi come il coordinatore del Cts Agostino Miozzo risponde con l’emergenza ben più urgente che riguarda le scuole, da riaprire il prima possibile. Intervistato dal Corriere della Sera, Miozzo non le manda a dire, soprattutto ai politici, che hanno preferito da subito sospendere le lezioni in presenza: «come segnale di efficiente reazione in risposta all’emergenza» del Coronavirus. Una soluzione sbrigativa, che rivela tutto il «disprezzo del bene primario che è la scuola e la formazione dei nostri giovani di molti improvvisati politici del nostro disgraziato Paese». E intanto si discute del Natale in libertà, anziché «spegnere le luci delle aspettative» per aiutare chi lavora e spera «di far ripartire la vita economica e sociale del Paese» almeno a partire proprio dal Natale. Sulla chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, Miozzo si è sempre opposto. In più occasioni nelle ultime settimane aveva ribattuto a governatori e sindaci che, prima di imporre la Didattica a distanza, avrebbero dovuto potenziare i trasporti locali.
Convinto allora come oggi che la scuola resta uno dei luoghi più sicuri: «un ambiente protetto, controllato – dice a Florenza Sarzanini sul Corriere – dove insegnanti e personale obbligano i ragazzi al rispetto di severe regole di comportamentali e dove oltre l’obbligo c’è il momento educativo». Il timore più grande per Miozzo è che gli effetti della chiusura delle scuole così prolungata si pagheranno carissimo nel prossimo futuro: «sia sugli attuali livelli di istruzione sia sulla futura capacità di apprendimento dei bambini». Miozzo rivendica di non aver taciuto davanti alla scelta anche dell’ultimo Dpcm di portare la Dad fino al 100% in base alle zone di rischio. Nel parere del Cts la raccomandazione è stata quella di «prevedere un ritorno alla scuola in presenza il prima possibile per tutti i ragazzi, senza distinzione». Il lavoro degli esperti non potrà che andare in quella direzione, nella certezza che «i vantaggi di tornare in classe superano di gran lunga il basso rischio di ammalarsi di Coronavirus» a cominciare dai bambini.
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