Coronavirus, Brusaferro (Iss) non esclude lockdown regionali a dicembre: «Quello che faremo a Natale dipende da noi»
Nella conferenza stampa di oggi, 17 novembre, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha dichiarato di non escludere un allungamento delle misure di lockdown oltre il 3 dicembre. «Dipenderà da come ci comportiamo», ha sottolineato. Poche ore prima, mentre la Conferenza delle Regioni discuteva sui parametri decisi dal governo per dividere i territori in aree di rischio, l’Isss aveva diffuso alcune slide di spiegazione in merito al calcolo – basato sui famosi 21 parametri – finora adottato dei dati epidemiologici. «Il sistema costruito per la valutazione del rischio epidemico non è troppo complesso», spiegano dall’Iss. «Al contrario, tiene conto di tutti gli aspetti legati all’epidemia di Coronavirus e alla risposta dei sistemi sanitari», si spiega.
Brusaferro ha sottolineato anche come l’attuale sistema di valutazione – che va avanti da 26 settimane – è servito a fornire degli alert «sulla base dei quali poi agire per arginare l’epidemia». «La presenza di diversi indicatori – sottolineano nelle card– permette di limitare e controbilanciare gli effetti negativi dovuti al fatto che la pressione sui sistemi sanitari può avere qualche effetto negativo sulla completezza dei dati».
Il nodo dell’indice Rt
Tra i parametri più importanti per la valutazione del rischio contagio c’è l’indice Rt. Nell’ultimo periodo è stato oggetto di critiche da parte di esperti e politici, che, dopo il fallimento del sistema di tracciamento e alla luce del numero elevato di asintomatici, non lo vedono come un indicatore chiave ed esaustivo. «L’indice di trasmissibilità Rt è affidabile – dicono dall’Iss -, è calcolato sui casi sintomatici e sugli ospedalizzati e ci permette di utilizzare un criterio stabile e costante».
Secondo Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler, scegliere di non considerare gli asintomatici è una decisione legata a una maggiore stabilità del dato. «L’Rt ci permette di fare pianificazione, di capire dove stiamo andando». In ogni caso, il calo di Rt dalla metà di ottobre «c’è sia guardando Rt dei sintomatici sia le ospedalizzazioni», spiega il professore. «L’Rt non è ancora sotto 1 , quindi l’epidemia è ancora in crescita».
Il sistema, aggiungono, ha «da sempre indicato correttamente dove e quando aumentava la trasmissione e quindi il numero di nuove infezioni e la pressione sul sistema sanitario». Da questo punto di vista, anche il tasso di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche rappresenta un indicatore solido, e per questo inserito nei criteri di valutazione.
In copertina ANSA | Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro
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